Per il centrodestra le riforme costituzionali sono la «prima mossa»

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ROMA — Prima le riforme costituzionali o prima l’abolizione del Porcellum? Il Pdl con il capogruppo alla Camera Renato Brunetta e quello al Senato, Renato Schifani, chiede con forza che si segua la prima strada, mentre il presidente Pd della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro, ritiene che «occorra mettere in sicurezza innanzitutto l’abrogazione dell’attuale legge elettorale», nel caso si dovesse tornare a votare. E per questa ragione Finocchiaro presenterà  un ddl, che prevederà  appunto l’abrogazione del Porcellum e il ripristino della legge elettorale previgente, il Mattarellum, con una norma per il riequilibrio della rappresentanza femminile.
Il neosegretario-traghettatore del Pd, Guglielmo Epifani, che ieri è stato ricevuto al Quirinale, ha rassicurato però il capo dello Stato sul sostegno del Pd al governo Letta e ha giudicato come la soluzione trovata dal premier per l’iter delle riforme «corretta e appropriata», perché «si dà  un segnale che si vuole fare sul serio per affrontare questo nodo». Mentre per Epifani, Berlusconi con la questione giustizia «non fa che mettere in continuazione delle micce sotto il governo».
In ogni caso Brunetta ha annunciato che «per il Pdl è una questione dirimente: prima le riforme costituzionali e delle istituzioni e subito dopo una nuova legge elettorale che possa integrarsi nel modo migliore con la ridisegnata architettura dello Stato».
Il capogruppo alla Camera del Pdl esprime «soddisfazione» per l’annuncio fatto dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, dell’avvio di un percorso condiviso per le riforme «di cui l’Italia ha fortemente bisogno». «Bene — prosegue Brunetta — il coinvolgimento del Parlamento con l’istituzione di una Convenzione che di fatto sarà  composta dalle due commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, e guidata dai loro presidenti, Francesco Paolo Sisto e Anna Finocchiaro. E bene anche un orizzonte temporale, 100 giorni, entro il quale la Commissione di esperti, nominata e presieduta dal premier Letta, dovrà  elaborare le idee da consegnare al Parlamento». Per Brunetta, però, la riforma della legge elettorale va inserita in questo contesto perché è «legata indissolubilmente alla forma di governo che scaturirà  dal lavoro dell’esecutivo Letta e del Parlamento». Anche Schifani sostiene che la legge elettorale dovrebbe rappresentare la conclusione dell’iter delle riforme costituzionali.
Il capogruppo pdl a Palazzo Madama ha anche annunciato che, dopo gli incidenti di Brescia, è allo studio da parte del Pdl «un’ipotesi di iniziativa legislativa per disciplinare meglio le manifestazioni politiche anche al di fuori delle campagne elettorali». Si tratterebbe di un decreto legge.


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