Sostegno del Vaticano: vuole recuperare la politica alta e nobile

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CITTà€ DEL VATICANO — L’espressione «salire in politica» usata da Mario Monti «è in sintesi l’espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune». Le parole dell’Osservatore Romano non potrebbero essere più esplicite nell’indicare la posizione del Vaticano sulla situazione italiana. Tanto più che il quotidiano della Santa Sede, in prima pagina, riporta anche la notizia delle telefonate di auguri natalizi del Papa con il presidente Giorgio Napolitano e con lo stesso Monti, un «colloquio particolarmente cordiale», che non è rituale con il presidente del Consiglio e che già  il 23 dicembre, pochi minuti dopo, la Santa Sede aveva voluto rendere pubblico — cosa altrettanto insolita — con un comunicato ufficiale.
Oltretevere i segni non sono mai casuali. E in questo senso è importante anche l’appello all’Italia lanciato a Natale da Benedetto XVI nel suo messaggio Urbi et Orbi: un invito a favorire «lo spirito di collaborazione per il bene comune» e a «riflettere sulla gerarchia di valori con cui attuare le scelte più importanti». Alla stima profonda che lega i due coetanei Benedetto XVI e Napolitano si aggiunge, spiegano da tempo Oltretevere, il «particolare rapporto» di stima tra il Papa e il premier italiano. Proprio ieri il segretario del Pdl, Angelino Alfano, diceva che «la Chiesa non sponsorizza Monti, ma nella sua ottica universale spinge per l’impegno politico di tutti i cattolici», sostenendo peraltro che «la nostra sensibilità  è più coerente con l’impianto dei valori» della Chiesa. Ma l’ampia nota politica dell’Osservatore, firmata a pagina 2 da Marco Bellizi, sembra riferirsi proprio a Berlusconi e al suo partito quando dice che l’espressione «salire in politica» di Monti «è stata accolta con ironia, in qualche caso con disprezzo». E aggiunge: «Ma si nota la sintonia con il messaggio ripetuto in questi anni dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, non a caso un’altra figura istituzionale che gode di ampia popolarità  e alla quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita l’uomo adatto a traghettare l’Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria».
La sintesi del quotidiano vaticano sul «rendersi disponibile» di Monti a «un nuovo impegno al servizio del Paese», del resto, spiega tutto. «Il senatore a vita intende aprire la seconda fase di un programma riformatore che è stato solo abbozzato nel corso dell’ultimo anno sulla spinta della congiuntura finanziaria. Monti è stato chiamato dai partiti a prendere decisioni inderogabili, di cui nessuno intendeva però prendersi la responsabilità  diretta, per il timore di pagare un prezzo elettorale troppo alto», si legge ancora. «Quelle stesse forze politiche si ritrovano ora a interrogarsi sull’impatto che può avere la “salita in politica” di chi doveva, quasi per mandato, diventare impopolare. Una prospettiva che fornisce da sola molto materiale alla riflessione dei partiti, così come il successo che anche i sondaggi sembrano ora attribuire a chi ha imposto agli italiani sacrifici pesanti».
La scelta di «salire in politica» è insomma «una domanda di politica alta» che Monti «sta intercettando» o «sulla quale comunque intende legittimamente fare leva». Una domanda «che interpella i partiti», conclude l’Osservatore prima di riportare le reazioni di Bersani, Alfano e Casini. Lo stesso cardinale Angelo Bagnasco, del resto, aveva detto al Corriere che «non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno» e la vigilia di Natale, al Gr1, ha elogiato l’Agenda Monti parlando di «un metodo innovativo». Elogi ripetuti da Avvenire con un editoriale del direttore Marco Tarquinio. Naturale, quindi, che tra le associazioni cattoliche ci sia fermento: si parla di una lista di cattolici per Monti che verrebbe annunciata il 10 gennaio, quando tornerà  a riunirsi il Forum di Todi.


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