Auto elettrica, la svolta in fila dal benzinaio per il pieno di corrente

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ROMA — Il pieno dell’auto elettrica si farà  dal benzinaio. Una nemesi storica per la “corrente” che la lobby dei petrolieri ha sempre chiamato “il carburante del diavolo”. Eppure il sogno impossibile diventa realtà  grazie a un accordo fra l’Enel ed Eni che verrà  ufficializzato fra qualche giorno: per la prima volta – a livello mondiale – un petroliere e un fornitore di elettricità  hanno siglato una collaborazione che porterà  a una diffusione mai vista delle colonnine di ricarica. E, probabilmente, al vero “anno
zero” per l’auto elettrica stessa, fino a oggi tormentata da enormi problemi di infrastrutture di ricarica, da una legislazione ostica (il Codice della strada, per citare un caso curioso, ma a suo modo esemplare, non prevede nemmeno la rimozione dei veicoli tradizionali che occupano gli spazi riservati alla ricarica delle elettriche), dalla mancanza di incentivi e da costi improponibili.
Trovare la colonnina di ricarica accanto a quella che distribuisce gasolio e benzina, garantirà  all’automobilista la certezza di poter continuare il suo viaggio anche se l’auto rimane a secco: con le nuove auto e i nuovi sistemi di carica veloce, il tempo di un caffè basterà  per poter ripartire. È stata la stessa Enel, infatti, ad aver appena realizzato un punto di ricarica rapido a corrente alternata da 43 kW che in 30 minuti consente di fare quasi il pieno (80 per cento circa) all’auto elettrica. Molto dipende dal modello di auto, ovviamente, ma il sistema potrebbe far davvero decollare le vendite di vetture a batteria, anche perché questo tipo di servizio si abbina a una strategia ben precisa: la diffusione di stazioni di ricarica domestiche nei box e l’arrivo di tariffe flat come la Enel Drive, che consentirà  di caricare senza limiti la propria auto elettrica con 25 euro al mese.
Ma torniamo all’accordo: le prime colonnine arriveranno dai benzinai già  a marzo e il loro potenziale è enorme: l’Eni ha 4.700 stazioni di servizio di cui 127 sulla rete autostradale, un numero impressionante di spazi disponibili, considerando che l’Enel fino a oggi ha montato in Italia solo 800 colonnine pubbliche di ricarica. Si comincerà  per gradi e l’offerta di punti di distribuzione seguirà  la domanda. «Con questo accordo – spiega Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel – si dà  nuovo impulso alla disponibilità  della ricarica, un fattore determinante per gli automobilisti nella scelta di qualsiasi tipo di auto. Questo accordo, insomma, ci consente di sviluppare sempre più sia la tecnologia che i servizi».
In previsione, il business delle auto elettriche, a livello mondia-le, è enorme: si prevede un mercato di oltre 7,7 milioni di punti di ricarica da installare entro il 2017 per un valore che sfiora i tre miliardi e mezzo di euro. Ed è proprio in questo dato la chiave per capire il futuro dell’auto elettrica, oggi inevitabilmente ferma al palo: nel 2012 si sono venduti – in tutto il mondo – 257.000 veicoli a batteria, di cui oltre 61 mila in Europa (in Italia poco più di 400). Ma se inizieranno a diffondersi sistemi a ricarica veloce, se le stazioni di servizio inizieranno a vendere – insieme, nello stesso spazio – benzina, gasolio ed elettricità , il discorso potrebbe cambiare davvero. E l’auto elettrica iniziare finalmente il suo difficile cammino.


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