Casa, servizi, lavoro… «Riprendiamoci la città »

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Una manifestazione «che dimostra come il messaggio lanciato il 6 dicembre dai movimenti per il diritto all’abitare con l’occupazione contemporanea di sette stabili non è rimasta inascoltata, ma si è allargata a tutta la città » commenta Paolo Di Vetta dei Movimenti per l’abitare. Al centro della mobilitazione l’opposizione al pacchetto Alemanno 64 delibere urbanistiche in discussione in consiglio comunale, «un nuovo sacco di Roma» – la privatizzazione dei servizi pubblici, la difesa del lavoro e della scuola, la riaffermazione del diritto alla casa «in una città  in cui è sembrata una provocazione indire un nuovo bando per le case popolari senza avere alloggi da assegnare». Sfidando un freddo pungente e insolito per Roma, i manifestanti partono da Piazza Vittorio. In testa al corteo il Coordinamento lavoratori della sanità  di tutti gli ospedali di Roma «perché con i tagli e le politiche di austerità  non sono diminuiti gli sprechi ma solo i servizi», denuncia una lavoratrice del Cto. Di seguito, il Coordinamento romano acqua pubblica, i precari della scuola, Legambiente Lazio che ha aderito alla giornata di protesta «per bloccare il cemento di Alemanno che cancellerà  ettari ed ettari di agro romano». Poi i movimenti per il diritto all’abitare, in migliaia a formare un biscione compatto di persone che avanza per il centro cittadino. «Non è questo il colore che voglio nella mia città », si legge su tanti cartelloni grigi nelle mani dei manifestanti. Tra loro, anche le «nuove occupazioni» del 6 dicembre scorso. «Questa manifestazione chiede con forza di ribaltare l’agenda della città  mentre ricostruisce una coalizione di forze sociali che saprà  imporre a chiunque vorrà  governare un nuovo modello di sviluppo», dice Andrea Alzetta, consigliere comunale di Roma in Action. La manifestazione prosegue tranquilla in direzione dei Fori Imperiali. «La nostra forza è nel numero» dicono in molti tra le file del corteo indicando un lungo tratto di via Cavour pieno di gente. Qui un enorme striscione del Coordinamento cittadino per l’acqua pubblica lancia una mobilitazione per il 25 gennaio alle 11 a Fontana di Trevi «sotto le finestre dell’Autority che ha reintrodotto in bolletta quanto cancellato con il referendum». Intanto, un gruppo di attivisti “sanziona” con dei fumogeni un albergo di lusso: occupy suite , viene chiamata l’azione. La coda del corteo è animata dalle bandiere dell’Unione sindacale di base, in piazza con uno spezzone numeroso, preceduto da quello del Comitato No Debito. «I tagli ai servizi e le politiche di spending review peggiorano la vita dei lavoratori che sono anche cittadini e abitanti di questa città » commenta Guido Lutrario dell’Usb. In piazza anche diversi politici: da Luigi Nieri, ex consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà , tra i nomi in lista nelle primarie del centro sinistra per le comunali di Roma, al candidato sindaco e presidente del decimo municipio Sandro Medici, che ribadisce «la necessità  di bloccare le concessioni edilizie e l’espansione di una città  che deve iniziare a puntare su politiche di recupero dell’esistente». Presenti anche il consigliere regionale del Pdci Fabio Nobile e quello provinciale di Sel Gianluca Peciola. Intorno alle cinque e mezza i manifestanti raggiungono piazza Santi Apostoli dove il corteo si scioglie. «Una bella risposta contro i poteri forti di questa città », commentano gli organizzatori. Prossimo appuntamento, venerdì pomeriggio all’occupazione di via delle Province.


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