Nomi, il Professore prende tempo

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ROMA — Centinaia di curricula di accademici, imprenditori, quadri aziendali, liberi professionisti e politici di professione stanno passando in queste ore sotto gli occhi del professor Mario Monti che — vista la complessità  della selezione — ha chiesto più tempo per chiudere la sua lista civica in corsa alla Camera e il listone unico (montiani, Udc, Fli) previsto per l’elezione del Senato. Dunque, ha detto il presidente in carica per gli affari correnti nella sua intervista a SkyTg 24, forse si andrà  oltre martedì, giornata in cui il Pd renderà  ufficiali le sue liste. Probabilmente — spiegano nella sede di Italia Futura di via Properzio — per la chiusura delle 4 liste del polo di centro (alla Camera Udc e Fli alla fine vanno da sole) se ne riparla mercoledì quando ormai mancheranno solo 12 giorni al termine di legge previsto per la raccolta delle firme in calce alle liste elettorali. E per meglio gestire questa fase convulsa del procedimento elettorale la squadra di Monti sta preparando il trasloco in una sede più grande e funzionale, affittata al centro di Roma.
Per il professore, ma anche per Fini e Casini, il nodo da sciogliere è ancora quello della lista unica al Senato. Se è vero che alla fine decide tutto Monti, secondo il refrain proposto da Italia Futura, quanto dovranno pesare le «quote» dell’Udc e di Fli? Simulazioni alla mano — un bottino elettorale del 20% potrebbe corrispondere a una cinquantina di seggi senatoriali — i centristi reclamano «quote fisse» stabilite in partenza: per esempio, 5 senatori a Fli, 15 all’Udc e 30 alla componente civica di Monti che però dovrebbe farsi carico degli ex Pd (Ichino, Merloni, D’Ubaldo) ed ex Pdl (Cazzola, Mantovano, Bertolini, Pecorella, Stracquadanio, Pisanu) schierati con il professore. Invece i ministri tecnici in carica non «peseranno» allo stesso modo: Andrea Riccardi ha ripetuto che non sarà  candidato per restare «nella società  civile» mentre Renato Balduzzi e Francesco Profumo verrebbero candidati al Senato in Piemonte. E anche per una eventuale candidatura del ministro Corrado Passera, Monti ha osservato: «Io spero che per Passera non sia scritta la parola fine».
La questione, come è noto, ha riguardato anche la ferma volontà  di Passera di varare una lista comune per il centro sia al Senato sia alla Camera. Non è andata così. E ora succede che alcuni ministri di Monti trovino un posto in lista anche con i centristi. Mario Catania ha confermato a Paolo Festuccia della «Stampa» di aver accettato la proposta di Casini e di Cesa: «Io comunque mi candido con Monti nel senso che siamo tutti nel perimetro del premier».
Sulle liste, i montiani sono abbottonatissimi: «I nomi arriveranno tutti insieme perché siamo una vera squadra, mica facciamo come il Pd che tira fuori un nome al giorno…». Eppure su Twitter molti si stanno interrogando sulla notizia (apparsa su «l’Unità ») di una candidatura offerta da Monti al comandante Gregorio De Falco: per intenderci, il capo della Sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno che un anno fa («Salga a bordo, cazzo…!») mise in riga il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. Però Monti sta cercando soprattutto nelle università : sarebbe caldeggiata direttamente dal premier la candidatura di Guido Tabellini, rettore della Bocconi fino a ottobre del 2012, che, interpellato dal «Fatto», non ha confermato ma neanche smentito. Alla presentazione del simbolo della lista Monti, non è passato inosservato, poi, Ernesto Auci, già  direttore del «Sole 24 ore». Mentre tra i candidati passati al vaglio dal professore ci sono anche il generale Vincenzo Camporini e la professoressa Stefania Giannini, rettore a Perugia.


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