B. taglierà pensioni e welfare
Berlusconi ha vinto. E’ assolutamente il numero uno al gioco del Chi la spara più grossa?.
La prima notizia è che tutti i proprietari di prima casa che hanno pagato l’IMU nel 2012 (almeno 20 milioni di persone) riceveranno una lettera da Berlusconi, futuro ministro dell’economia (e dello sviluppo economico) del malaugurato governo Alfano o Tremonti. Se dovesse affrancarle tutte, dovrebbe spendere svariati milioni di euro in francobolli; lingue per appiccicarli, invece, le troverà gratis.
La seconda notizia è che il condonatore di tasse e il promotore dello scudo di capitali esportati e pseudorimpatriati chiederà alla Svizzera di regalarci subito 25-30 miliardi e altri 5 miliardi all’anno in futuro. Qualcuno, però, gli ha già ricordato che questi soldi sono incerti nell’an (se li vedremo) e nel quantum (quanti ne vedremo); e che, comunque, gli svizzeri non daranno niente per niente e ci chiederanno di lasciare le loro banche e le loro società fiduciarie (società fiduciarie come quelle che erano alle origini della Fininvest, per capirci) libere di andare a caccia di capitali italiani da esportare nel bel paese dove lo jodel suona.
La terza notizia è che l’uomo che da sempre spende e spande soldi suoi e soprattutto altrui taglierà 16 miliardi all’anno di spesa pubblica. Non si capisce se sempre gli stessi o se ogni anno taglierà 16 miliardi in più, e quindi 32 nel 2014, 48 nel 2015 e così via fino a fine legislatura, quando, dopo 5 anni, saranno 80 miliardi.
Con tutti questi miliardi mi sembra che, e questa è la quarta notizia, cancellare l’IRAP in cinque anni e l’IMU sulla prima casa da subito siano un obiettivo modesto. Peraltro, sottolineo un fatto curioso: andrà al governo (centrale) con un partito federalista (almeno se dicente tale), ma le uniche imposte che il governo (centrale) abolirà saranno quelle di regioni e comuni. Quando si dice farsi belli con le piume altrui. Delle tasse nazionali sappiamo che non aumenterà l’IVA (perché l’aveva già fatto nel 2011 con effetto dopo le elezioni) e non metterà la patrimoniale; forse perché, se è vero, come disse Pantaleoni citato da Berlusconi, anche un imbecille è capace di mettere una tassa, lui e i suoi non sono capaci nemmeno di questo?
A dire il vero in questa girandola di miliardi qualche numero non convince. Sul patto con la Svizzera, ho ricordato sopra che nessuno, proprio nessuno è in grado oggi di calcolare quanto frutterà .
L’abolizione dell’IMU costerà 4 miliardi? No. Almeno il primo anno, nel 2013, ne costerà 8, perché bisognerà restituire quella del 2012 e si rinuncerà a quella del 2013. E visto che la matematica non è un’opinione, almeno fino al prossimo consiglio dei ministri di un ipotetico governo Alfano o Tremonti, 4 più 4 dà sempre 8.
E poi i tagli. Se saranno di 16 miliardi una volta e basta, non saranno sufficienti a coprire nemmeno metà degli sgravi fiscali promessi. Se saranno 16 miliardi in più ogni anno (così sembra di capire dalle sue parole) dove pescare gli 80 miliardi finali per l’intera legislatura?
La spesa pubblica nel 2011 era fatta per 80 miliardi di interessi sul debito pubblico, che difficilmente caleranno, soprattutto con Berlusconi ministro dell’economia.
Gli investimenti pubblici (30 miliardi) e i contributi (34 miliardi) sono ridotti all’osso, ma forse qualcosa le imprese saranno disposte a cedere in cambio dell’abolizione dell’IRAP.
Poi ci sono 170 miliardi di stipendi e 90 di acquisti: si possono tagliare, ma si sposterebbero soldi dalle tasche di alcuni italiani a quelle di altri, senza grande effetto per l’economia nel suo complesso.
Poi ne abbiamo 350 di pensioni e assistenza, oltre il 40% di tutta la spesa pubblica: verrà da qui il grosso dei tagli del sciur Silvio e del sior Renato?
Infine, la casa sacra e causa della crisi. Sulla sacralità non mi pronuncio; la casa è importante, ma il termine sacro lo riserverei per altre cose. Sull’Imu che avrebbe causato la crisi, vediamo: 4 miliardi divisi per 20 milioni di famiglie fanno in media 200 euro a famiglia. Che grande analisi economica! A rovinarci non sono stati venti anni di promesse a vuoto, venti anni persi appresso agli affari piccoli e grandi di un miliardario piagnone, arraffone e arruffone, mentre la nostra economia stentava a reggere la concorrenza straniera e il paese scivolava in basso in tutte le graduatorie internazionali. No, niente di tutto questo. La colpa è tutta di 200 euro in meno all’anno a famiglia, 15 euro al mese.
Il problema è che non è solo propaganda. Sono pronto a scommettere che lui, il molto ipotetico futuro ministro dell’economia, ci crede davvero. E lasciamoglielo credere
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