Grillo shock su Al Qaeda “Bombardi il Parlamento”

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BOLOGNA. LA PIOGGIA rischia di trasformarsi in neve, il vento spazza i banchetti dei gadget (in vendita bandiere, orsacchiotti, biro, ombrelli, caschi bianchi e gialli, pile e spille con il marchio M5S) ma dal palco, come ai concerti di musica, cercano di fare coraggio.
«BEPPE Grillo sta arrivando, ancora pochi minuti. State caldi anche se fa freddo». Arriva lui, in piazza Maggiore, alle 17,17. Non è una piazza come le altre, questa. Qui l’8 settembre 2007 si svolse il primo grande «V. Day». Cinquantamila persone, allora. Ma oggi «piove, governo tecnico» — la prima battuta è quella che è ma solleva un boato — e in piazza e sotto i portici si contano circa cinquemila persone. Sembra commuoversi, il capo del M5S. «Tutto è iniziato qui, lo ricordate? E’ fantastico. E adesso lo tsunami si sta allargando, come un’epidemia. Cosa siamo adesso? Un comitato? Una cooperativa? Io credo che siamo diventati una comunità . In Puglia mi hanno offerto un letto, il pane, le focacce. Sì, siamo una comunità ».
«Non siamo un partito / non siamo una casta / siamo cittadini e basta». Gli altoparlanti hanno cercato di scaldare la piazza gelata. Nella città  dove i dissidenti hanno un peso importante (Federica Salsi oggi si dichiara «infastidita da Grillo che ha perso l’ingenuità  » e Giovanni Favia è candidato con Ingroia) il leader genovese si inventa anche un’opposizione fatta in casa, come la pasta dei tortellini. Si fa accogliere all’aeroporto da due grillini con cartelli con scritto «populista» e «demagogo», poi in piazza, «un, due, tre, adesso gridate demagogo. Un, due, tre adesso gridate populista… ». Tutti obbediscono.
L’applauso più forte arriva quando Beppe Grillo affronta la guerra dei francesi nel Mali, tirando in ballo problemi — come il terrorismo e la sicurezza nazionale — che non si possono certo affrontare con «battute». «Noi — dice — nonostante l’articolo 11 della Costituzione, abbiamo offerto un aiuto logistico. E se questa Al Qaeda si incazza e fa una rappresaglia? Se proprio hanno deciso di bombardare o di lanciare un missile, le do io le coordinate… Latitudine, longitudine… E’ una cittadina carina, a sud di Bologna, si chiama Roma. C’è un punto chirurgico, si chiama Parlamento. Ma fatelo prima del 25 febbraio, se no ci bombardiamo da soli». Solo a fine comizio, parlando con le agenzie, il capo cercherà  di precisare che «si rivolgeva ai francesi, non ad Al Qaeda». Il suo discorso in piazza era invece chiarissimo e nonostante il tentativo di girare la frittata ci sono state le prime reazioni. «Grillo indica le coordinate della Camera dei deputati — dice Daniela Santanchè — auspicando una strage, e questo sconfina dal cattivo gusto al reato». — Pochi minuti dopo l’«invito» agli «amici musulmani» gli riferiscono che il sito de La Repubblica avrebbe titolato «Al Qaeda bombardi l’Italia» e la reazione è fulminea e strampalata. «Dicono che voglio bombardare l’Italia. La Repubblica è il vero fascismo». Ce n’è per tutti, nello tsunami bolognese. «Lo scandalo dei Paschi di Siena è il più grande di tutti. Si arriverà  a un buco di 21 miliardi, come due Parmalat e con il Banco Ambrosiano in più. E c’è un Presidente della Repubblica che adesso invoca la privacy ma vuole solo mettere sotto silenzio questo sfacelo. E’ uno scandalo pazzesco, c’è dentro tutto il Pd. Profumo, uno che ha mangiato pane e Pd per tutta la vita, non è andato lì non per aprire un’inchiesta ma per licenziare 4.000 persone».
Se la prende anche con Josefa Idem, la campionessa olimpica che ha la grave colpa di candidarsi come capolista al Senato per il Pd. Le sue donne, invece, «sono straordinarie». «Non sono campionesse di canoa o attrici famose. Non hanno labbra di polistirolo o culo di gomma, ma tirano su dei figli e sanno come lavorare». Meglio attaccare gli altri che parlare degli affari di casa propria: dei militanti di Casa Pound che «a titolo personale» hanno annunciato la partecipazione al comizio o dei dissidenti cui dedica appena una frase, solo dopo il comizio. «Hanno ricevuto pressioni esterne ».
Mario Monti viene chiamato «padre Monti, l’esorcista». «Dice che vuol alzare l’età  pensionabile, e questa è roba da campo psichiatrico, non campo economico. Parla di redditometro proprio mentre i consumi crollano». Se la pioggia aumenta e l’attenzione cala, l’uomo che fa spettacoli da quarant’anni sa come muoversi. Basta gridare: «saranno spazzati via tutti» e gli applausi si impennano. «Ci stanno guardando in streaming in tutto il mondo. Ci sono 60 milioni di italiani emigrati che aspettano il nostro tsunami, ci appoggiano e dicono che quando tutto sarà  cambiato torneranno in Italia». Parla ancora del primo «V — Day», dice che oggi «i vostri sguardi sono diversi, si accendono, c’è voglia di rivalsa». Solo un accenno per Silvio Berlusconi, senza farne il nome. «Io ho 36 processi, il Nano ne ha soltanto 22». Annuncia che forse tornerà  a fare spettacoli a pagamento, ma oggi bisogna «lavorare per gli altri». Ore 18,17. Il comizio finisce, la pioggia no. Sipario.


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