“Il Pd offrì 2 senatori”. “Falso, liste chiuse”

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ROMA — Ne ha per tutti, Antonio Ingroia. Da Palermo attacca il Pd, che gli avrebbe offerto due «senatori mascherati» in cambio di un patto di desistenza. In una nota sostiene che Berlusconi – con le sue nuove promesse – mette a dura prova la pazienza degli italiani. Scrive un tweet a Beppe Grillo, «meglio comico che politico». Infine, da Napoli, avverte che per i democratici la porta è chiusa. Almeno fino alle elezioni. Senza dimenticare di prendersela con Vendola: «Ha preso il taxi perché aveva paura dello sbarramento. Noi abbiamo deciso di rischiare».
Mentre a Milano si tiene il congresso di Magistratura democratica, e il procuratore Edmondo Bruti Liberati parla di «populismo e demagogia nel protagonismo di certi magistrati che si propongono come custodi e tutori del Vero e del Giusto», il leader di Rivoluzione civile lancia strali a tutti gli avversari. Per primo, al Pd. «Non credo che l’aspetto più grave della vicenda Mps sia il cortocircuito tra informazione e giustizia – dice riferendosi alle parole del Capo dello Stato – è ben più grave quello tra politica, banche e finanza». Poi torna su quello che definisce «un patto osceno, da mercato delle vacche»: «Io ricordo che la proposta diceva che noi dovevamo desistere, e un paio di senatori “mascherati” dovevano essere presentati nelle liste del Pd. Mascherati perché non si doveva riconoscere che erano nostri, e Bersani poteva dimostrare a Monti che non aveva fatto accordi con noi». Dario Franceschini – il presunto emissario di un tale patto – dice invece: «Io con Ingroia non ho nemmeno mai parlato. Anzi, non ho avuto il piacere di conoscerlo ». In generale, i democratici ribadiscono di non aver offerto proprio nulla: «Il nostro era un ragionamento matematico – dicono al Nazareno – in regioni in bilico come la Sicilia siamo avanti di mezzo punto. Ingroia è dato al 5 per cento, quindi al Senato, con lo sbarramento all’8, non prende neanche un seggio. Ma aiuta il centrodestra a vincere». E ancora: «Quando li avremmo messi i candidati mascherati? Tutta questa discussione è cominciata dopo la direzione. Le liste erano già  chiuse ». L’unica cosa che il Pd avrebbe offerto è la promessa di non puntare tutta la campagna elettorale sul voto utile.
E però, i toni non fanno che inasprirsi. Nichi Vendola dice: «Antonio Ingroia gioca la sua partita. Gli auguro buona fortuna», sebbene il giudice abbia attaccato anche lui: «Sel sta usando la coalizione del centrosinistra come un taxi per superare lo sbarramento. Noi siamo più coraggiosi perché lo sbarramento lo affrontiamo». E ancora: «I fuoriusciti da Sel si vanno moltiplicando così come altri che stanno uscendo dai 5 stelle. Spero che siano sempre di più gli italiani che vogliono entrare in questa casa». Poi, da Napoli: «La porta per il Pd è chiusa, almeno fino alle elezioni. Dopo, se dovessero capire che con Monti non si può fare un governo progressista e di centrosinistra, ma che si può fare solo la rivoluzione civile, potremmo ripensarci». Infine, annuncia insieme a De Magistris uno dei primi punti del programma di governo: «Una legge che tolga il segreto di Stato dai fatti più gravi della nostra Repubblica». Anche su casi come quello di Mps, dice il sindaco di Napoli, «Se fossi nel Capo dello Stato aprirei molti armadi».


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