Il prestito con un clic ecco il microcredito che aiuta i privati

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ROMA — Ad Anna nessuna banca concedeva un prestito. Impossibile per una scrittrice, senza garanzie né stipendio fisso. Giorgio invece per inseguire il suo progetto, realizzare e vendere biciclette artigianali, allo sportello non è neppure andato. «Volevo che la mia idea fosse valutata dalle persone, non da un algoritmo». Un finanziamento, alla fine, lo hanno avuto entrambi. In rete, dalla comunità . E a un tasso del 4% più basso di quello che avrebbero spuntato in banca. Potere del social lending, il prestito tra privati. Nato all’estero, in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove già  muove miliardi di dollari. E in ascesa anche in Italia, con due siti operativi: Prestiamoci e Smartika. Dall’anno scorso la Banca d’Italia li ha riconosciuti come intermediari autorizzati.
E negli ultimi 12 mesi hanno erogato crediti per oltre 3 milioni di euro.
«Gli iscritti alla piattaforma aumentano, i prestatori attivi sono oltre 4.800», dice Maurizio Sella, amministratore delegato di Smartika. I finanziamenti concessi vanno da mille a 15 mila euro, a 24, 36 o 48 mesi. Come in banca, l’interesse ottenuto dipende dalla propria storia creditizia. «Ma la nostra struttura leggera si traduce in commissioni più basse», spiega Sella. «Il tasso medio è dell’8,9%, contro il 12% degli istituti tradizionali, ma per chi ha buone credenziali può scendere fino al 6%». Chi si iscrive per versare invece, da 100 a 50 mila euro, può scegliere su quale classe di credito investirli, in base al rendimento atteso. Per ridurre il rischio, i soldi vengono ripartiti tra 50 richiedenti. Ma i tassi di insolvenza finora sono molto bassi, continua Sella: «Nel 2012 su 1201 rate abbiamo avuto un solo ritardo. I debitori rispettano gli impegni perché sanno che quei soldi arrivano da altre persone. E per chi presta il ritorno medio è del 6,5%».
Un affare da uomini, per ora. Sono maschi il 95% dei prestatori e il 75% dei richiedenti iscritti alle piattaforme, la metà  ha tra 35 e 45 anni. Circa un tereuro
zo di loro sfrutta l’opportunità  per chiudere altri debiti, più onerosi, contratti con le banche. Ma c’è anche chi usa i soldi per avviare un’attività . Giorgio Geroldi, 43enne commesso milanese, nel tempo libero realizza biciclette artigianali. Ha ottenuto 5 mila euro per creare e promuovere un negozio online. «Per ora mi serve per arrotondare — racconta — ma vorrei diventasse il mio lavoro». Così si è iscritto a Prestiamoci, una piattaforma su cui il credito è ancora più sociale. I finanziatori infatti non scelgono solo una classe di rischio, ma anche i singoli progetti da sostenere. «Un po’ di stretta creditizia la viviamo anche noi», dice l’amministratore delegato Mariano Carozzi. «Il valore delle domande si è impennato, dai 500 mila di agosto al milione e mezzo di gennaio. Ma negli ultimi mesi l’importo medio messo a disposizione dai prestatori è sceso». Al momento Prestiamoci riesce ad accontentare solo un richiedente su dieci, nonostante uno su quattro risulti solvibile. Tra loro Anna Lamberti- Bocconi, poetessa milanese di 51 anni. Che insieme a una collega ha comprato una piccola baita in Valsesia, dove vuole fondare un laboratorio di scrittura creativa. «Ho chiesto un prestito di 4mila euro per ristrutturarla », dice. E in soli 15 giorni il suo progetto ha convinto un numero sufficiente di prestatori. «Il social lending ha successo per questo», conclude Carozzi. «Non si finanzia un consumo, ma un bisogno».


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