Lombardia, Monti corregge il tiro “Da noi c’è libertà  di voto” Ingroia: “Stiamo con Ambrosoli”

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ROMA — La campagna elettorale è arrivata al giro di boa, e la posta in gioco è soprattutto la Lombardia. Bersani tiene comizi in Brianza e va all’attacco di Monti e di Ingroia, avvertendo del rischio di consegnare la Regione e tutto il Nord alla «irresponsabilità » dei leghisti e di regalare il Senato a Berlusconi. Ma il pericolo è chiaro anche a Monti. Dopo avere dato l’alt al voto disgiunto – annunciato da molti dei “suoi”, per il candidato governatore del centrosinistra Ambrosoli invece che per Albertini – il Professore corregge un po’ il tiro: «La mia indicazione è per Albertini, che non toglie voti a Ambrosoli ma alla destra. Però non siamo un partito bensì un movimento che nasce all’insegna della tolleranza, e anche i nostri candidati sono liberi di votare chi credono». È probabile che altri montiani si aggregheranno al voto pro Ambrosoli. Ingroia – anche lui in tour elettorale in Lombardia – dichiara l’appoggio al candidato presidente della Regione, Ambrosoli. Non è affatto tenero con il Pd, non vuole sentire parlare di desistenza, il leader “arancione”, che distingue: «Bersani è un uomo d’apparato con il quale ogni dialogo è impossibile, ma Ambrosoli è espressione della società  civile, e quindi il dialogo è stato possibile ».
Non è una coincidenza, bensì il segno dell’importanza della Lombardia nella sfida elettorale, il fatto che pure Monti va in Brianza. Qui parla della necessità  di abbassare le tasse. In un incontro con gli industriali promette il dimezzamento dell’Irap, la riduzione dell’Imu per metà  delle prime case, e al Cavaliere che dello spread aveva detto «non ce ne può importare di meno », risponde ironicamente: «Questa è davvero una buona notizia ». Nega che tra lui e Bersani ci siano litigi: «Ci sono solo punti di vista leciti da una parte e dall’altra… ». Se infatti lo scontro tra il segretario democratico e il Professore continua, tuttavia i toni si abbassano. L’obiettivo comune è sconfiggere Berlusconi. «Parla di viaggiare in corsia di sorpasso, il Cavaliere? Guida contromano su un’autostrada… e se sotto il giaguaro c’è il leone, vuol dire che spelleremo il leone», reagisce il segretario democratico. Che fa ricorso all’ironia nei confronti di Monti: «Al voto semi utile non credo». Gli elettori conoscono il pericolo: «Qui o c’è Ambrosoli o c’è il leghismo, sono due idee totalmente differenti di Lombardia e di Europa…tra gli elettori la partita è chiarissima». Di «tavoli e tavolini » tra il Pd e i montiani per uno scambio lombardo, non vuole però sentire parlare: «Ci si tenga fuori da questi ragionamenti tutti politicisti, penso che la gente è matura e possa valutare da sé e non ha bisogno di nessuno che gli detti il compito». Il botta e risposta si fa più aspro tra il leader del Pd e il Professore sull’Europa: «Non voglio lezioni da Monti, le mie sono critiche adulte ». Né accetta insegnamenti sulle alleanze: «Abbiamo molta più solidità  di tutte le altre coalizioni, che sono mimetiche». E denuncia
il contagio dei partiti personali: «Berlusconi ci ha portato al disastro, ma è stato contagioso perché ci ha fatto entrare nel sangue, come se fosse normale, organizzare il sistema politico attorno a delle persone. Ma nel Pdl dopo Berlusconi cosa c’è? E dopo Monti? E dopo Grillo? E dopo Ingroia? ». Alla regola dei partiti personali, aggiunge, sfugge il Pd: «Da noi un messaggio di cambiamento ». Sull’incompatibilità  tra Monti e Vendola, Bersani è ottimista: «Sono cose da campagna elettorale…». Oggi il candidato premier del centrosinistra sarà  in Sicilia, l’altra regione in bilico in cui si gioca la partita elettorale con il centrodestra per il Senato. E nell’Isola potrebbe essere Ingroia a fare la differenza, in presenza di uno sgretolamento del centrodestra. Gli ingroiani tuttavia, a cominciare dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, non
sono disposti a trattative.


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