Reddito minimo e fondi al sociale: le priorità  per Di Stefano (M5S)

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MILANO – Considera il reato di immigrazione clandestina un “orrore giuridico”, è favorevole allo Ius soli, si batterà  perché sia istituito il reddito minimo garantito, i soldi del 5 per mille arrivino subito alle onlus e i fondi per il sociale siano ripristinati. Manlio Di Stefano, 31 anni, è uno dei 14 eletti alla Camera del Movimento 5 stelle in Lombardia. “Sull’immigrazione il programma di M5S non ha un punto specifico -afferma-, è quindi parlo a titolo personale. Certo è che bisogna ribaltare il concetto di immigrato perché si è fatta in questi anni una caccia alle streghe. Dobbiamo invece puntare su un’effettiva integrazione, che deve partire dalla possibilità  di frequentare corsi di italiano. Gli stranieri non sono dei mostri che invadono l’Italia, ma persone in cerca di una vita migliore”. Per i figli degli immigrati nati in Italia, “dovrà  valere il principio dello ius soli”.

Nato a Palermo, da sette anni vive a Milano. Lavora per una multinazionale e fa il volontario nell’Amka, una onlus che si occupa di progetti di sviluppo in Africa e America centrale. “La prima cosa da fare in Parlamento sarà  quella di sbloccare i fondi del 5 per mille -sottolinea-. Ora arrivano con alcuni anni di ritardo. Dovremo fare in modo che i soldi vengano girati automaticamente alle onlus. Si tratta di soldi che sono dei contribuenti che decidono di devolverli alle organizzazioni di volontariato, non sono dello Stato che pertanto non potrà  per nessuna ragione trattenerli, come invece fa ora”. L’onorevole Di Stefano annuncia anche che sta studiando una riforma del settore, con una revisione “del concetto giuridico di onlus”: “Ma è troppo presto per anticipare qualcosa, mi sto consultando con chi nel settore ci lavora”.

Nel programma del Movimento 5 Stelle è prevista anche l’istituzione del reddito minimo garantito. “Insieme alla Spagna, siamo l’unico Paese europeo che non l’ha. Dobbiamo dare dignità  alle persone: ovviamente bisogna stabilire un tempo massimo, circa 3 anni, durante il quale vengono offerte occasioni di impiego. Se rifiutate, comportano la perdita del reddito minimo”. Infine, per Di Stefano, “in questi anni ci sono stati troppi tagli” e sarà  pertanto “necessario ripristinare i fondi destinati alla disabilità “. (dp)

 

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