Val di Susa, elettori rifiutano la scheda

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E invece di limitarsi a rimanere a casa, aderisce all’iniziativa lanciata su Facebook dalla militante torinese Simonetta Zandiri che propone di recarsi al seggio, farsi registrare e rifiutare di ritirare la scheda elettorale, chiedendo di mettere a verbale le ragioni della scelta. «Rifiuto la scheda elettorale perché l’attuale legge mi priva della possibilità  di scegliere le persone che dovrebbero rappresentarmi e tra i candidati proposti non mi rappresenta nessuno», ha scritto Zandiri. Inoltre, nella dichiarazione si afferma che la politica italiana è eterodiretta dalle scelte di Bruxelles e che dunque la scheda elettorale cerca di imporre candidati «che andranno a ricoprire ruoli di meri esecutori».
E’ difficile prevedere quanti seguiranno il consiglio di non ritirare le schede. «Il movimento — spiega Luigi Casel, uno dei leader dei No Tav — non ha mai dato e non dà  indicazioni di voto. Ciascuno si comporta come ritiene opportuno». Sarebbe infatti suicida per un movimento che nasce su un obiettivo definito, dividersi sul sostegno a questo o a quel partito.
Così se, ad esempio, un leader come Alberto Perino si presenta sul palco con Grillo, è noto che Casel sostiene Ingroia. La consistenza del partito del «no scheda» si capirà  solo oggi pomeriggio a urne chiuse. Ma il fenomeno già  preoccupa il Viminale che recentemente ha diramato, attraverso le prefetture, norme precise. Il rifiuto di ritirare la scheda «non può certamente ritenersi vietato», così come la richiesta di far allegare ai presidenti di seggio dichiarazioni a verbale «purché in maniera sintetica e veloce» per non «rallentare le operazioni di voto». I «no scheda» non saranno comunque conteggiati tra i votanti. Al contrario, coloro che volessero ritirare le schede e poi rifiutarsi di entrare in cabina per votarle, saranno conteggiati tra i votanti e le loro schede verranno immediatamente inserite nella busta delle «nulle». Anche in questo caso è possibile far allegare una dichiarazione a verbale in cui si spiegano le ragioni del gesto.
Come accade da almeno un decennio, il voto in val di Susa è letto anche per scrutare il consenso o l’opposizione al progetto del supertreno. In queste consultazioni politiche il no alla Tav è stato detto chiaramente da Grillo, Ingroia e Vendola mentre gli altri partiti si sono espressi apertamente a favore del progetto. L’opera sta ormai entrando nella fase esecutiva con lo scavo del tunnel geognostico di Chiomonte.


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