Atene vuol chiedere a Berlino 162 miliardi di euro “Pagateci i danni della Guerra”

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BERLINO — Centosessantadue miliardi di euro, una cifra da capogiro. Equivale all’80 per cento dell’attuale prodotto interno lordo ellenico. Tanti sono, scrivevano ieri sera
Spiegel online e da Atene To Vima, i debiti ancora dovuti e non risolti della Germania verso la Grecia per le gravissime distruzioni e gli orrendi costi umani dell’occupazione, e per le ingenti somme che i nazisti semplicemente si presero dai forzieri della Banca centrale greca. Certo, alla Conferenza di Londra sul debito del 1952-53 Usa e Regno Unito decisero di aiutare la Germania ovest divenuta importante alleata nella guerra fredda a rimettersi in piedi, e le condonarono il 60 per cento del debito di guerra. Il governo Samaras, scrive Spiegel online, vuole tenere segreto il rapporto — che aveva commissionato a esperti finanziari e storici — per evitare tensioni politiche sia a casa sia con Berlino. La somma, comunque, fa paura. E fa anche pensare: senza quella magnanimità  angloamericana di allora, una Germania priva di miracolo economico a causa del salasso dei debiti bellici dove sarebbe oggi?
Il rapporto è ancora top secret, scrivono i due giornali, ma secondo To Vima il tema è “quanto la Germania ci deve”. Per compilarlo, la commissione di esperti ellenica, ha detto il suo presidente Panagiotis Karakousis, ha spulciato 190mila pagine di dossier, almeno 761 fascicoli di molti archivi, tra cui leggi, trattati e sentenze di tribunali. Ufficialmente, né gli esperti né il governo greco forniscono somme del totale, ma fonti indipendenti citate dai due giornali parlano appunto dell’equivalente oggi di 162 miliardi di euro, l’80 per cento del pil di Atene iperindebitata, in preda a recessione, miseria, mortalità  infantile.
Il premier Antonis Samaras, il quale (come i ministri degli Esteri e delle Finanze) ha ricevuto copie del rapporto, frenano. Non ne vogliono la pubblicazione perché
temono sia proteste e malcontento, sia una crisi con l’attuale partner e creditore più importante per i tentativi di risolvere la gravissima crisi del debito sovrano ateniese. «La decisione se pubblicarlo sarà  presa al massimo livello, e non è questo il momento di aprire un nuovo scontro con Berlino», ha detto, citato da Spiegel online, un alto esponente greco.
I conti del totale dei presunti debiti di guerra tedeschi ancora aperti verso la Grecia, secondo esperti citati dai due giornali, sono i seguenti. La Germania dovrebbe alla Repubblica ellenica, al valore attuale, circa 108 miliardi di euro per la ricostruzione postbellica imposta dai gravissimi danni dell’aggressione nazista e dell’occupazione. Più altri 54 per i prestiti coatti che dal 1942 al 1944 il paese occupato dovette versare all’occupante, senza mai ricevere nulla indietro. Con i prestiti coatti il Reich coprì i costi delle paghe dei soldati e ufficiali occupanti e altri costi militari, tecnici, logistici dell’occupazione. La scelta del silenzio, fatta apparentemente da Samaras, è sotto accusa ad Atene: come To Vima scrive, «il governo di coalizione attuale ha una responsabilità  storica, dovrebbe rendere pubblici tutti i risultati dell’inchiesta e trovare una posizione su questo tema scottante che, nel momento in cui siamo sottoposti all’estremo pressing dei nostri creditori, può esplodere come una bomba». Il viceministro delle Finanze, Christos Staikouras, ha dato una prima risposta: «La Grecia considera questo un tema aperto, e si riserva il diritto di tentare di arrivare a una soluzione soddisfacente». Resta il fatto, sottolinea il quotidiano ellenico, che nel dopoguerra «la Grecia non ha mai ricevuto alcuna riparazione, né per i crediti che fu costretta a concedere alla Germania, né per i danni di guerra». Danni di una guerra in cui la Grecia fu l’aggredito, e Italia e Germania gli aggressori e poi gli occupanti.


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