La Cig prosciuga i fondi per la formazione

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ROMA â€” Nel 2012 Pierluigi Dal Maschio, 54enne responsabile commerciale di L’Oreal, viene licenziato. Oggi, grazie a un corso di aggiornamento, ha un nuovo impiego in una società  di cosmetici marchigiana. Silvia Giudica, 47, si è invece riqualificata, da semplice impiegata a contabile: è stata assunta da un’azienda del padovano, quella dove aveva lavorato per 26 anni l’aveva messa in mobilità . Erano dipendenti “in uscita”, destinati alla disoccupazione, sono stati indirizzati verso nuove opportunità  professionali. Casi rari in Italia, nei prossimi mesi potrebbero diventarlo ancora di più. Mancano soldi per la cassa integrazione in deroga, un miliardo secondo il ministro Fornero, uno e mezzo nelle stime dei sindacati. E la legge di Stabilità  prevede che possano essere recuperati, tra le altre voci di spesa, proprio lì: dalle risorse destinati alla formazione dei lavoratori.
Le casse dei fondi interprofessionali rischiano così di vedere il proprio bilancio 2013 ridursi di un terzo. In Italia sono circa una ventina e riuniscono aziende e sindacati dello stesso settore. Si alimentano con un contributo dello 0,3% su ogni busta paga. «All’inizio la missione era formare i lavoratori attivi, con la crisi la platea è stata estesa anche a quelli in cassa integrazione o mobilità », dicono da Fondimpresa, il più grande di questi enti, con 140mila società  aderenti. Dal 2009 ad oggi ha stanziato oltre 130 milioni di euro per la riqualificazione, il rientro in azienda con diversa mansione, o il cosiddetto outplacement, la ricerca di un nuovo posto. Le aziende o gli enti formatori presentano un progetto condiviso con le parti sociali e, se valido, ricevono i soldi. Come Forema, della Confindustria di Padova, che ha preso in carico oltre 3mila persone in tre anni: il 60% di loro ha trovato un contratto entro sei mesi dalla fine del corso. «Ai partecipanti, in media 40enni, offriamo formazione tecnica e sostegno motivazionale», spiega la responsabile Cristina Ghiringhello. «Ci è stato appena approvato un progetto per altre 300 persone in mobilità , ma le risorse sono quasi finite».
La legge di Stabilità  parla chiaro. In caso di emergenza e in via eccezionale il governo ha facoltà  di deviare verso la cassa in deroga metà  della somma destinata, tra luglio e dicembre, alla formazione. Soluzioni alternative, per ora, non si vedono: «Così si toglierebbe ossigeno alle politiche attive», commenta Amleto Trigilio, presidente di Conformis. Un ente della Confindustria di Siracusa che ha reinserito oltre 250 lavoratori in mobilità , il 90% di quelli coinvolti.
Molti ex dipendenti del polo petrolchimico, dopo aver seguito corsi mirati in una scuola professionale, sono stati ricollocati in aziende del territorio. «Ma per il 2013 saremo costretti a cercare nuovi canali di finanziamento », spiega. Nell’ultimo periodo Fondimpresa ha registrato un’impennata di richieste e il fondo rivolto ai lavoratori in mobilità  potrebbe esaurirsi a breve. Allora si valuterà  come rifinanziarlo.


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