E Crimi annuncia: il Movimento voterà  sì al taglio della tassa ma solo per i redditi bassi

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A sostenerlo è Vito Crimi, capogruppo al Senato, intervistato ieri da Maria Latella su Sky Tg24. «Siamo favorevoli a togliere l’Imu sulla prima casa, purché sia garantito un certo equilibrio rispetto ai redditi», ha detto Crimi. Che spiega: «La contribuzione deve essere progressiva rispetto ai propri redditi. Noi partiamo dal principio che devono essere garantiti i fabbisogni primari. Fabbisogni primari sono il vitto e la casa». Un passo politico, comunque, che dovrà  essere soppesato all’interno del Movimento: «Prima vogliamo vedere cosa ci propongono, poi valuteremo tra di noi, consultandoci con la base su come agire», spiega il capogruppo al Corriere.
E afferma: «Si potrebbe iniziare dai redditi bassi e poi, gradualmente, vedere fino a dove si può arrivare. Le risorse per una parziale abolizione si potrebbero ricavare, per esempio, dalla tassazione delle rendite finanziarie». Sempre su Sky Tg24 Crimi ha toccato anche i nodi legati alla Cig:
«Non si può non votare sì al rifinanziamento
della cassa integrazione — ha chiarito —. Ma poi va cambiato il modello di welfare. Noi puntiamo
al reddito di cittadinanza». Molto diverso, invece
il parere del senatore sulla Convenzione:
«Perché farla? È stato eletto un Parlamento,
ci sono le commissioni… Che ci stanno a fare?
Il Parlamento è il luogo dove gli eletti possono fare le riforme». L’ipotesi che Berlusconi stacchi la spina al governo è, per Crimi, «uno scenario non prevedibile, nel senso che l’accordo è fatto».
«Lo scenario è ormai consolidato — spiega —
e non credo che Berlusconi abbia tutto questo interesse» ad affossare l’esecutivo. Una battuta anche sul caso di Marino Mastrangeli, che «non è stato espulso dal gruppo parlamentare al Senato perché è andato in tv. È stato espulso perché
il suo tasso di assenteismo dai lavori
parlamentari era troppo elevato per i nostri standard».


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