America, più limiti all’aborto La Camera approva la legge

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NEW YORK — Con 228 voti a favore e 196 contrari, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, a maggioranza repubblicana, ha approvato un disegno di legge che vieta di abortire dopo la 20esima settimana di gravidanza. Il limite, secondo la controversa teoria sposata da una minoranza di medici Usa, entro il quale il feto può sentire dolore. Anche se la proposta di legge non ha alcuna chance di diventare effettiva, dato che i democratici controllano il Senato e la Casa Bianca minaccia di porre il veto, il voto è considerato uno spartiacque da entrambi gli schieramenti.

«È un evento storico che spiana la strada alla revisione dell’intera legge», esulta Marjorie Dannenfelser, presidente della potente lobby antiabortista «Susan B. Anthony List», dal nome della celebre attivista Pro-Life scomparsa nel 1906. Di ben altro avviso i gruppi Pro-Choice quali Naral, secondo i quali la norma è «anticostituzionale» perché viola la legge federale Roe Vs. Wade del 1973 che autorizza l’aborto fino alla 24esima settimana di gravidanza.

Contro l’iniziativa che certifica la crescente influenza dell’ala ultraconservatrice all’interno del Gop e rischia di alienargli ulteriormente le simpatie delle donne, si è schierata la Casa Bianca che l’ha già bollata come «un attacco al diritto della donna di scegliere». «Questo disegno è un affronto diretto a Roe v. Wade — spiega — e mostra disprezzo nei confronti della salute e dei diritti delle donne, del ruolo dei medici e della costituzione».

Per lo speaker repubblicano della Camera John Boehner si tratta invece di «una risposta appropriata» alla recente condanna per omicidio colposo del ginecologo di Philadelphia Kermit Gosnell, che nella sua clinica praticava aborti oltre i limiti fissati dalla legge. «Dopo ciò che è successo a Philadelphia — ha detto — la stragrande maggioranza degli americani crede in questa legge».

Dopo essersi focalizzati per anni su un’agenda fiscale- economica, i repubblicani tornano ad occuparsi di temi sociali quali il matrimonio gay e l’aborto. Quest’anno, ben 14 Stati dell’Unione, tra cui Alaska, Georgia, Montana, Utah, hanno varato 32 misure ad hoc che impongono nuove restrizioni sull’aborto. E se i numeri continuano a favorire i democratici, l’ago della bilancia potrebbe presto invertirsi.

«La morte del senatore Frank Lautenberg e la nomina di John Kerry a segretario di Stato hanno finito per vacare due importanti seggi democratici, rispettivamente in New Jersey e in Massachusetts», scrive il Washington Post , secondo cui le prossime elezioni senatoriali nei due Stati Pro-Choice potrebbero «alterare il voto sull’aborto in direzione opposta».

Alessandra Farkas


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