«Riunione sul cd? Tavaroli mente»
Nella cruciale riunione con Tronchetti, «Tavaroli non parlò affatto di intrusioni informatiche illegali», afferma Chiappetta, «disse che gli erano pervenute informazioni sull’attività illecita di Kroll contro di noi e che le poteva documentare. Per me il tema importante era il contenuto, mi disinteressai della fonte nel presupposto che Tavaroli, affidabile per noi all’epoca, fino a prova contraria svolgesse lecitamente il suo compito». Aggiunge Mucciarelli: «Tenderei a escludere nella maniera più assoluta che si sia fatto cenno a un hacker russo per documenti che non ricordo se Tavaroli disse di aver già o di poter acquisire», ma «sulla cui assoluta utilizzabilità assicurò». In aula il 3 giugno Tavaroli aveva invece asserito di aver detto a Tronchetti e ai legali che il materiale era offerto da un hacker, e di aver suggerito l’escamotage accolto da Tronchetti (l’invio dal Brasile di una busta anonima alla sua segretaria) per rendere spendibile quel cd con la polizia in Brasile e i carabinieri in Italia. «Non si parlò di anonimi» e «Tronchetti non autorizzò alcunché», lo contraddice Chiappetta. «Questo passaggio nel mio ricordo non c’è», ribadisce Mucciarelli, «Tronchetti disse: beh, guardate questa documentazione che arriva e vediamo cosa fare». E «se Tavaroli mi avesse detto che all’origine c’era un illecito, avrei risposto di lasciar perdere quel materiale». L’1 luglio interrogatorio di Tronchetti e requisitoria.
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