«Avanti con le privatizzazioni»

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MOSCA — Fabrizio Saccomanni è arrivato a Mosca al G20 dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali, con il nuovo piano dell’Italia articolato su due punti, il sostegno alla crescita e l’abbattimento del debito pubblico. In questo quadro «l’elemento chiave» più immediato è l’accelerazione dei pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione, «unico fatto certo a sostegno di quella ripresa che si materializzerà tra il secondo e terzo trimestre dell’anno», mentre il disegno di più ampio respiro prevede, assieme alle riforme fiscali e della spesa pubblica, una riedizione delle dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato e del pacchetto di quote in società quotate e non. «Non escludo una riduzione delle partecipazioni pubbliche», dice il ministro di prima mattina all’agenzia Bloomberg lasciando intendere che sul mercato potranno essere messe le quote di Eni, Enel e Finmeccanica. Ma si tratta, precisa, di un’ipotesi che si accompagna anche ad «altre idee». L’intento, spiega poi Saccomanni in un incontro con i giornalisti all’ambasciata italiana a Mosca, non è di annunciare la messa in vendita dei campioni nazionali ma di comunicare l’intenzione del governo di voler «valorizzare» al massimo il suo patrimonio, che è ben consistente. Così come ha sottolineando il premier Enrico Letta a Londra. «Ci sono molti fattori da valutare. Si tratta di società molto profittevoli che danno ingenti dividendi allo Stato», spiega l’ex direttore generale di Bankitalia parlando di Eni Enel e Finmeccanica che, dice, potrebbero essere utilizzate anche come collaterali, al pari del patrimonio immobiliare, a garanzia di eventuali iniziative finanziarie sul mercato ancora tutte da studiare per abbattere il debito. «Se ne parlerà a fine anno, nell’ambito di un piano strategico di ampio respiro», insiste.

Le sue precisazioni però non vengono raccolte in Italia, dove si registra un primo segnale positivo sul fronte della produzione industriale, salita a maggio dello 0,1%. Contro le cessioni di quote delle grandi società pubbliche si schierano i segretari generali della Cisl, Raffaele Bonanni e della Uil, Luigi Angeletti ed anche Beppe Grillo tuona contro il ministro, criticato per questa sua uscita anche da Lega e Sel. Tanto che in serata arriva la precisazione di via XX Settembre: il ministro ha parlato «di strategia di riduzione del debito, formulando diverse ipotesi di valorizzazione del patrimonio pubblico e senza mai citare specifiche società». Così «specifiche ipotesi di vendita non sono state formulate».

In ogni caso per ora, prima di passare a riforme più strategiche, il governo ha da risolvere la questione dell’Imu e Iva su cui lunedì al ministero dell’Economia si vedranno i tecnici dei partiti di maggioranza e delle commissioni parlamentari con gli esperti della Ragioneria per mettere a punto gli interventi più opportuni da presentare in sede di decisione politica. Per rafforzare le misure di spending review sarà istituito un comitato interministeriale che sarà guidato da un commissario straordinario. Si vuole accelerare il rimborso dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, pari – ma il plafond potrebbe essere ampliato – a 40 miliardi, di cui 20 nel 2013 e 20 nel primo semestre del 2014. «Abbiamo già erogato agli enti competenti quasi 11 milioni, più della metà della cifra stabilita per quest’anno», afferma Saccomanni annunciando per lunedì la pubblicazione delle cifre relative ai pagamenti. Le procedure sono meticolose: il Tesoro eroga i finanziamenti a ministeri ed enti locali dopo aver verificato la correttezza della fatture da pagare imponendo i versamenti ai debitori entro un mese ed il rendiconto entro 40 giorni. Al momento sono stati erogati 590 milioni ai ministeri, 5 miliardi agli enti locali di deroga a patto di Stabilità, 1,6 miliardi ai Comuni da parte della Cdp, 1,6 miliardi alle Regioni per debiti non sanitari e 2,2 miliardi di rimborsi per un totale di quasi 11 miliardi ai quali si aggiungono quasi 2 miliardi di erogazioni alle Regioni per i debiti sanitari. Quanto alle cifre pagate, si sa che il Lazio ha ricevuto il 27 giugno 924 milioni per pagare entro il 27 luglio le aziende creditrici mentre la Lombardia non ha chiesto nulla.

Stefania Tamburello


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