Furti, truffe e sprechi il lato oscuro del non profit dove prospera il malaffare

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MILANO — I truffatori e i gabbati. Gli evasori e i tordi. I pataccari che vanno in giro a raccogliere soldi per gli orfanelli, e le associazioni vere che affidano i loro fondi a maghetti della finanza creativa. Nel mare magnum delle onlus, le 235mila Organizzazioni non lucrative di utilità sociale, istituite con decreto appena nel 1997, nuotano squaletti e pesci pronti ad abboccare. Perché in nome dell’acronimo dal suono morbido si dona e si detrae (il 19% fino all’anno scorso, ora è il 24 e diventerà il 26 nel 2014), si concorre al 5 per mille del fisco e si accede a un regime societario oltremodo conveniente: niente iscrizione alla Camera di commercio, niente Irap e Ires, per anni è stata una pacchia. E una coperta che troppo spesso è stata tirata a piacimento, fino a che Guardia di finanza, Agenzia delle entrate e pure il Coni — palestre e associazioni sportive sono tra gli evasori più assidui — non hanno cominciato a indagare con metodo. E le richieste annuali di cancellazione dal registro nazionale ora sono migliaia ma riguardano ancora i casi più evidenti, i ristoranti e le immobiliari spacciate per enti benefici, ma c’è parecchio ancora da dragare.
Così, le cronache continuano a riempirsi di casi, di denunce, delle prime condanne, anche eccellenti. Per restare a Milano: tre anni in primo grado si è beccato l’attore Edoardo Costa, presidente di un’associazione per aiutare i bimbi nel mondo, colpevole di aver intascato 300mila euro, metà del fondo cassa; rinviati a giudizio l’ex assessore alla sicurezza Guido Manca e l’ex vicepresidente del consiglio comunale Stefano Di Martino (entrambi Pdl) per aver intascato mezzo milione dal Comune per la loro associazione Alkeos, buona per pagarsi i viaggi in Cina; arrestati il presidente della Croce ambrosiana, Alfredo Balestrini, e della Croce San Carlo, Massimo Zuccotti; fino al ciellino Valter Espedito Izzo, l’ex presidente dell’Asilo Mariuccia, cui l’ex governatore Formigoni elargì un finanziamento da 600mila euro e che tre mesi fa ha patteggiato 5 mesi per truffa aggravata.
Va da sé che la lotta alle onlus truffaldine interessa tutta Italia. Da L’Aquila, dove due anni fa un medico e un funzionario della presidenza del Consiglio tentarono di accaparrarsi 12 milioni di euro di finanziamenti ai terremotati, agli squallidi finti volontari del centro animazione oncologia minorile arrestati due anni fa a
Velletri dopo essersi intascati 100mila euro di offerte. E poi i due coniugi di Lecce che si spacciavano rappresentanti della Soccorso e protezione civile, lo sciacallo che sempre a Lecce aveva messo in piedi sito e call center vper la sua “Angeli Azzurri” (bimbi malati), la coppia che davanti al cimitero genovese di Staglieno chiedeva denari per i piccoli del Gaslini. L’ingegno criminale ammantato di «utilità sociale» copre ogni campo: la raccolta degli indumenti per i poveri a Napoli, le torture ai malati (di Alzheimer a Sassari, da usare come cavie per testare farmaci a Modena) mascherate da assistenza sanitaria, la formazione professionale ad Agrigento.
E le inchieste non risparmiano la Chiesa. Due anni fa i Nas di Genova denunciarono don Ruggero, responsabile della casa di riposo della curia di Albenga: per i carabinieri, utilizzava la sua onlus per servire in tavola il cibo del Fondo alimentare destinato alle mense dei poveri. E a Trapani, per aver scritto delle indagini sulle associazioni gestite dalla Curia, i cronisti Gianfranco Crescenti e Giuseppe Pipitone ricevettero minacce di morte.


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