Taranto, raffineria in tilt dopo il nubifragio e dall’Eni maxi macchia di gasolio in mare

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TARANTO — Prima una sfiammata di fuoco e fumo nero dalle ciminiere, poi una colata di gasolio in mare. Il nubifragio ha messo in ginocchio la raffineria Eni di Taranto provocando un danno ambientale nella città già martoriata dai veleni dell’Ilva.
Verso le 19,45 di ieri sera si è verificato uno sversamento in mare di combustibile dai canali di scolo della raffineria. La macchia di petrolio inizialmente era estesa su ottanta metri lineari per una decina di metri di profondità, per complessivi ottocento metri quadrati, che nella tarda serata si è ridotta a poco più di 300 metri. La Capitaneria di porto
si è messa subito al lavoro per contenere la chiazza. In suo aiuto sono arrivati gli uomini e i mezzi della Ecotaras che ha delimitato l’area con panne galleggianti assorbenti. «Stiamo contenendo la macchia che il moto ondoso tende a spingere verso la costa. Si tratta di un liquido leggero e raffinato, probabilmente gasolio. Stiamo procedendo con
le analisi», spiegano dalla Guardia costiera.
A lanciare per primo l’allarme sulla nuova emergenza ambientale è stato Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink Taranto. «È accertata la fuoriuscita — conferma l’ambientalista — dal canale A dell’Eni. Si vede materiale grigiastro semiraffinato in acqua. L’aria è irrespirabile
per le imbarcazioni che si
avvicinano».
Prima della notizia dello sversamento in mare, numerose segnalazioni da parte di cittadini avevano allertato Arpa e vigili del fuoco per segnalare la fuoriuscita di fiamme e denso fumo nero dalle torce della raffineria Eni. Non è escluso, come accaduto in passato, che ci sia stato un blocco temporaneo a un impianto che ha fatto scattare il sistema di ecosentinelle. Diversi cittadini hanno postato su Facebook le foto che ritraggono la nube, visibile anche a chilometri di distanza.
«La situazione è grave ed è per questo che ho deciso di presentare una denuncia in procura a Taranto perché non sarebbero attive le centraline perimetrali di monitoraggio previste dall’Aia. Ma chi controlla in questo paese che l’inquinamento non venga tollerato?», sottolinea il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli
Bonelli.


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