Conto alla rovescia per il Porcellum

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ROMA — Per mandare in soffitta il Porcellum le due date chiave sono il 2 settembre e il 3 dicembre. A settembre la commissione Affari costituzionali del Senato comincerà a esaminare con procedura di urgenza un testo che modifica un meccanismo su cui grava il sospetto di incostituzionalità. Il 3 dicembre è fissata l’udienza della Consulta che dovrà giudicare appunto la legittimità della legge elettorale.
La questione è quanto mai attuale perché spesso si parla di ricorso anticipato alle urne, cosa che, come ha più volte ribadito il presidente della Repubblica Napolitano, non sarà possibile se prima non verrà cambiato il sistema di voto. Questo tema è stato oggetto, nei giorni scorsi, di una messa a punto del ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello. il quale ha osservato che «il giudizio pendente davanti alla Corte costituzionale rappresenta un elevatissimo ostacolo dal punto di vista politico-costituzionale affinché la legge in vigore possa regolare eventuali nuove elezioni». Valutazioni meramente tecniche, ha tenuto a precisare il ministro, che nulla hanno a che vedere con le «determinazioni che spettano a chi detiene il potere di scioglimento delle Camere», un potere in capo al presidente della Repubblica. Quagliariello ha poi ricordato che lo stesso governo «già nel vertice di Spineto del 12 e 13 maggio aveva sollecitato, in attesa di una legge elettorale definitiva che dovrà accompagnare le riforme costituzionali, un intervento di salvaguardia per mettere il sistema oggi in vigore al riparo da possibili vizi di costituzionalità». In questo quadro la decisione del Senato di adottare la procedura di urgenza è stata giudicata «quanto mai opportuna».
Ricorrervi significa ridurre i tempi di discussione, che da due mesi passano a uno. In altre parole, se l’esame comincia il 2 settembre in commissione la nuova disciplina elettorale potrà andare in Aula per il voto definitivo a ottobre, poi sarà trasmessa alla Camera, dove, con ogni probabilità, anche lì sarà adottato il metodo accelerato.
L’obiettivo è varare una legge prima che la Consulta si pronunci. L’accordo è unanime. I problemi nascono quando si comincia a entrare nel merito perché su questo Pd e Pdl, la pensano in modo diverso, se non addirittura opposto. Il Pd agita lo slogan «mai più col Porcellum». E come è stato affermato da molti esponenti (da Roberto Speranza a Roberto Giachetti, da Luigi Zanda alla presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro) si vuole reintrodurre il Mattarellum, cioè il vecchio sistema (maggioritario con correzione proporzionale) sostituito nel 2005 proprio dal Porcellum. E proprio per questo , alla fine di luglio, è stato presentato in entrambi i rami del Parlamento un progetto per ripristinare il Mattarellum. Il Pd, cioè, ha intenzione di intervenire in profondità sul meccanismo elettorale e di non limitarsi a una semplice manutenzione. Tale orientamento è stato ribadito ieri dalla stessa Finocchiaro: «Non basta correggere il Porcellum, è necessario sostituirlo con una nuova legge». Ed è appunto su questo che si è aperto un fronte polemico con il Pdl. Il Popolo della libertà, al contrario, è fermo all’intesa di governo (quella richiamata dal ministro Quagliariello), secondo la quale la correzione si deve limitare a una «clausola di salvaguardia». Interventi minimi, giusto il necessario per togliere ogni dubbio di incostituzionalità, lasciando però la definizione del nuovo modello elettorale al processo di riforme costituzionali. Solo dopo, quando si sarà decisa la forma di governo sarà possibile adottare una disciplina coerente con l’assetto prescelto. E che questo sia l’indirizzo lo conferma Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato: «Le modifiche urgenti riguardano soltanto gli aspetti all’attenzione della Consulta, cioè la soglia minima di accesso per avere diritto al premio di maggioranza, come ricorda opportunamente Schifani nell’intervista al Corriere».
In ogni caso, prima che le posizioni si cristallizzassero la discussione aveva individuato alcuni possibili campi su cui concentrarsi: agire sul tetto o abolire il bonus di maggioranza. Il Porcellum, che è un sistema proporzionale con premio di governabilità, prevede due diverse discipline per Camera e Senato. Per eleggere i deputati la soglia di sbarramento delle coalizioni è del 10% su base nazionale. Se un partito corre da solo deve superare il 4% per accedere al riparto dei seggi. Basta avere un voto più degli altri per conquistare il premio, che fa ottenere il 55% dei seggi della Camera. In Senato il computo va fatto regione per regione. La soglia di accesso è dell’8% per le coalizioni e del 3 per i partiti che non sono parte di una alleanza.
Lorenzo Fuccaro


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