Show di Grillo in Senato e nuove offese al Colle

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ROMA — La cronista dell’Ansa se lo vede davanti e per un attimo pensa a un sosia. Meraviglia che diventa sbigottimento per Anna Finocchiaro. Davanti a lei si apre l’ascensore del Senato ed ecco entrare Beppe Grillo in persona, doppio petto troppo largo e solito spirito caustico: «Dobbiamo fare una legge per far scomparire il Pd». Replica, altrettanto scherzosa, dell’esponente democratica: «Se non ci siamo riusciti noi, a far sparire i 5 Stelle…». Più tardi Grillo commenterà: «Se avessi incontrato Formigoni non so se sarei riuscito a salire». Comincia così il blitz a Palazzo Madama. Una passeggiata-show, con visita all’Aula, seguita da un incontro con i suoi parlamentari (tra applausi e risate) e una conferenza stampa fiume, a base di chilometrici monologhi.
Grillo passeggia tra stucchi e statue: «Mazzini vede passare tutti i giorni Giovanardi, gli viene da buttarsi giù dalla statua». E poi: «Lo sapete che alla Corte costituzionale c’è la statua di Gaetano Azzariti? Quello che fece le leggi razziali». Grillo si aggira come un turista: «Sono come i bambini, c’è la pallina con l’urna, la linotipia o come si chiama».
In conferenza stampa Grillo avverte: «Se non vinciamo le elezioni, lascio il Movimento». Di più: «Se cozziamo con milioni di italiani, io non sono più italiano». Grillo vuole votare subito. A Trento è stato un tracollo: «Ma no, è stato un risultato straordinario». Votare anche con l’odiato Porcellum? «Siamo stati gli unici a votare contro. Ma questi vogliono un superporcellum, un Napolitellum».
Poi ribadisce l’attacco frontale al Presidente: «Chiediamo l’impeachment». In cosa consisterebbe l’alto tradimento o attentato alla Costituzione? «Mah…è un presidente di parte, una persona di quasi 90 anni, furba, non saggia. Abbiamo seri problemi con quell’anziano signore, che è in politica da 60 anni». Enrico Letta difende il Presidente: «Attacco assurdo, vuole solo instabilità». Grillo replica: «Allora mi denunci». Ma a difesa del capo dello Stato scendono in molti. Pier Ferdinando Casini: «Attacco indegno, vuole sfasciare tutto». Roberto Speranza: «Farnetica». Guglielmo Epifani: «Basta propaganda». Perplessi anche alcuni 5 Stelle, come Luis Orellana: «L’impeachment? Rischia di essere un autogol».
Poi Grillo lancia l’attesa piattaforma, anzi «l’applicazione». I cittadini potranno intervenire nella formazione delle leggi, spiega. Vero? Di sicuro potranno lasciare commenti nel nuovo portale, come nel suo blog, senza poteri concreti. Il leader a 5 Stelle esalta la «nuova democrazia» dal basso e definisce Snowden «un genio, altro che criminale». Tanta democrazia non sbatte con la diarchia Grillo-Casaleggio? «Ma no, le nostre sono decisioni sul metodo. Noi ogni tanto suggeriamo qualcosa: per esempio è stata una mia idea andare sui tetti».
Grillo dipinge il Movimento come «una comunità francescana». Ha parole concilianti con «i dissidenti» e quasi fa mea culpa: «Saremo più presenti». In effetti Grillo e Casaleggio si alterneranno nelle visite a Roma. Sull’immigrazione: «Sono a favore del reato di clandestinità. Siamo tutti buoni, ma non dobbiamo essere buonisti e non dobbiamo temere di sembrare razzisti». Molti sono in disaccordo e in riunione lo hanno rimproverato di averli smentito con un post.
Il fondatore si sfoga: «Io sono un ex comico, demagogo, populista, pregiudicato. Ma ce l’ho con voi della stampa. Sono un monologhista e mi date 15 secondi per raccontare il mondo. Vi inventate le parole, deformate. Come vi permettete di giudicarci?». Non ce l’ha solo con i giornalisti. Tutti i parlamentari sono «parassiti», i nostri «vengono in una città assurda, lavorano fino a mezzanotte e provano a fare leggi che sono inutili»; Letta «ci prende per il culo». E via andare con Gargamella-Bersani, con gli «ipocriti che vengono in bicicletta in Parlamento», con Draghi che «gioca a poker con la vita delle persone». E i 5 Stelle? «Noi abbiamo impedito che rinascesse in Italia il partito fascista, dovreste ringraziarci».
Alessandro Trocino


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