Cancellieri, il sostegno di Quirinale e Letta

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ROMA — Quirinale e Palazzo Chigi fanno quadrato e blindano la poltrona del Guardasigilli Annamaria Cancellieri che però, in vista dell’insidioso voto sulla mozione di sfiducia individuale presentata dal M5S in discussione mercoledì 20 alla Camera, entra nel frullatore delle primarie del Pd. Il segretario in pectore Matteo Renzi attacca: «Se fossi stato al suo posto me ne sarei già andato». Massimo D’Alema sostiene che il «ministro non ha compiuto nulla di illecito» mentre il «suo» candidato Gianni Cuperlo si rimette a Letta: «Il ministro verifichi con il premier se ci sono ancora le condizioni per andare avanti». Insomma, l’assemblea del gruppo del Pd in programma per martedì sarà determinante per il futuro del ministro della Giustizia: «Dal primo giorno ho detto che se fossi stata di peso avrei fatto un passo indietro, tutti sanno che mi sento al servizio del Paese; ma se sono di peso me ne vado». Questo ha detto il ministro al termine di un’altra giornata passata tutta in difesa, alludendo al fuoco concentrico che, colpendo lei, intenderebbe abbattere l’intero governo.
Annamaria Cancellieri — davanti alle nuove rivelazioni sui suoi colloqui telefonici con il suo medico, Antonino Ligresti, non indagato, fratello del fondatore della compagnia Fonsai arrestato insieme alle figlie Giulia e Jonella lo scorso 17 luglio — ha scritto una lettera aperta per ribadire ciò che aveva già detto alla Camera e al Senato: «Non ho mentito a pm e Parlamento», «nessuna interferenza vi è stata rispetto alla vicenda processuale dei Ligresti», né fu esercitata alcuna pressione sull’apparato delle carceri per far liberare Giulia Ligresti colpita da una grave forma di anoressia. Ieri, però, il Guardasigilli ha dovuto anche dare una pubblica spiegazione per le telefonate fatte da lei e da suo marito all’amico medico Antonino Ligresti nel cuore dell’estate, cioè quando i pm di Torino volarono a Roma per interrogare il ministro come persona informata dei fatti: «Mi sono rivolta spesso a Antonino Ligresti per consigli su problemi di salute miei e dei miei famigliari. L’abbiamo fatto anche in quel periodo, all’epoca dei fatti ero reduce da un recente intervento chirurgico, ed anche in seguito per i problemi di salute che sono tuttora visibili e noti».
Ieri, prima di incassare la fiducia di Enrico Letta per il quale il «caso è chiuso», Annamaria Cancellieri aveva incontrato il ministro Dario Franceschini (renziano) che le avrebbe assicurato l’intenzione del sindaco di Firenze di allinearsi comunque alle decisioni del gruppo. Anche se venisse confermata la decisione di votare la fiducia. La quadratura del cerchio, poi, è arrivata quando un comunicato del Quirinale ha informato che il capo dello Stato aveva ricevuto il ministro della Giustizia. Ufficialmente, l’oggetto dell’incontro è stato il pacchetto carceri che già martedì potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri. Ma contano soprattutto le parole utilizzate da Giorgio Napolitano che «ha auspicato l’ulteriore pieno sviluppo dell’azione di governo avviata dal ministro della Giustizia».
Dino Martirano


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