La spinta del Tesoro sulle privatizzazioni, subito 500 milioni poi le quote Eni ed Enel

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Fabrizio Saccomanni e i suoi tecnici sono convintissimi che la Legge di bilancio del 2014 conseguirà i risultati previsti, e soprattutto che si riuscirà ad andare ben oltre gli obiettivi fissati. E dunque rispettare in pieno le raccomandazioni impartite al nostro Paese nello scorso mese di maggio. Ma non basta, perché il Tesoro è sicuro che a conti fatti, e non sulla base di previsioni piuttosto pessimistiche e che non tengono pienamente conto delle misure allo studio, a cominciare dalle privatizzazioni, l’Italia potrà tranquillamente sfruttare anche la cosiddetta “clausola degli investimenti”.
Un bonus di qualche miliardo che secondo la Commissione non sarebbe invece alla nostra portata, ma che ci consentirebbe già nel 2014 di deviare leggermente dal percorso che porta al pareggio di bilancio, scomputando dalla spesa pubblica la quota di investimenti nazionali che, obbligatoriamente, devono affiancare la spesa dei fondi strutturali europei nel nostro Paese
Tanto per cominciare, spiegano i tecnici di Saccomanni, Bruxelles non tiene conto nel suo giudizio dei progetti allo studio che non sono inseriti formalmente nella legge di bilancio, o che nella stessa sono stati valutati con grande prudenza. Le privatizzazioni, per esempio. I 500 milioni di dismissioni immobiliari previsti per quest’anno, spiegano al Tesoro, serviranno solo a rompere il ghiaccio. Nel 2014 ci sarà la vendita di altri immobili, ma anche di alcune partecipazioni dello Stato. Il piano è allo studio, sarà presentato a dicembre, e portato avanti con la massima determinazione possibile fin dai primi mesi del prossimo anno: l’obiettivo è l’incasso di «qualche miliardo» di euro da destinare alla riduzione del debito, ma non ancora conteggiati in bilancio .
Stesso discorso per la spending review. Per il 2014 è previsto dalla legge di Stabilità un taglio della spesa pubblica di appena 600 milioni di euro, ma Saccomanni ed il nuovo commissario Carlo Cottarelli lo considerano solo come un obiettivo «minimo», e puntano a cifre ben più consistenti: 3 miliardi, forse più. Anche gli effetti finanziari della rivalutazione delle partecipazioni delle banche al capitale della Banca d’Italia, in itinere, e da cui arriverà un beneficio per i conti pubblici stimabile in circa 1,5 miliardi, non sono conteggiati.
Tutte misure che finiranno per impattare positivamente sul deficit e sul debito, che secondo il Tesoro potrebbe facilmente scendere nel 2014 sotto il 133% previsto dai documenti di bilancio ufficiali, un livello giudicato troppo alto da Bruxelles. Tanto da non permetterci l’utilizzo della famosa “clausola”, che invece il Tesoro è convinto di poter sfruttare.
La formula usata dalla Commissione, piena di condizionali, lascia spazio ad una ragionevole speranza. L’ostacolo è il debito del 2014, che secondo il Tesoro sarà invece inferiore a quanto dicono le previsioni di Bruxelles. Il rischio, secondo la Ue, è quello di un aumento del deficit del prossimo anno che «se ripetuto nel 2015 potrebbe essere considerato significativo» e «potrebbe» mettere a repentaglio il pareggio a medio termine. Secondo il Tesoro il livello del debito si potrà valutare solo a posteriori. Ed in ogni caso non si rinuncerà a quella la maggior spesa per investimenti, che è comunque una «buona spesa» anche per Bruxelles. Si vedrà a fine 2014, o nel 2015, in funzione di come evolveranno realmente il deficit ed il debito. Che come ripete spesso Saccomanni, «dobbiamo ridurre principalmente nel nostro interesse e non perché ce lo chiede la Ue».
Mario Sensini


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