Renzi: mi ispiro a Obama che ha aumentato l’occupazione

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ROMA — «Sul lavoro farò come Obama, che ha fatto crescere l’occupazione negli Stati Uniti». Matteo Renzi interviene a tutto campo a Che Tempo che fa , parlando di costi della politica, legge elettorale, job act, scuola, Bossi-Fini.
Il segretario del Pd torna a escludere che il punto sia l’articolo 18: «Non si può partire dal lato ideologico. Dobbiamo semplificare un sistema barocco di regole, fare un grande intervento per creare posti di lavoro e dare garanzie a chi lo perde». In cambio di una maggiore flessibilità in uscita, Renzi assicura che ci sarà un sistema di tutele: «Finora solo un cittadino su tre era protetto. Con questo piano tutti avranno due anni di sussidio. E nel frattempo ci sarà un sistema di formazione professionale serio». Fabio Fazio lo incalza sulla web tax: «Abbiamo spiegato al parlamentare pd che l’ha proposta che non era il caso. Ma come si fa a partire dalle tasse per un sistema che ha creato 700 mila posti di lavoro in 15 anni?». In Europa si potrebbe provare a ragionare su regole fiscali comuni: «Ma anche su una legge sulla cooperazione internazionale e sul servizio civile obbligatorio europeo».
Renzi per ora deve combattere in Parlamento. Se da una parte dà ragione ai 5 Stelle sulla battaglia sugli affitti d’oro al Senato, dall’altra li attacca: «A volte hanno ragione, nessuno ha il monopolio delle buone idee. Però gridano allo scandalo su tutto, quando potrebbero dare una mano. Non sono un movimento fascista, ma sfascista». Sulla legge elettorale: «Le regole del gioco le voglio fare con tutti. Non voglio tenere fuori Grillo o Forza Italia. Quando hanno fatto da soli, con il Porcellum, hanno fatto una legge che faceva schifo». La legge che vuole non c’è ancora: «Ce ne sono otto possibili. Doppio turno ma anche turno unico. Purché si garantisca governabilità e non ci siano inciuci e si sappia chi ha vinto».
Prima di tutto, però, «la politica deve tagliare se stessa, per essere credibile». Poi si ragionerà d’altro. Per esempio di scuola: «Il punto debole è la scuola media, va scatafasciato il programma». Ma c’è anche l’immigrazione: «Cambieremo la Bossi-Fini, glielo garantisco».
Renzi si prepara anche alle elezioni per provare a diventare per la seconda volta sindaco di Firenze. Al quotidiano La Nazione ha spiegato che nella coalizione che lo sosterrà «ci saranno anche liste civiche di persone legate al centro, cittadini moderati che magari a livello nazionale votano per il centrodestra ma che a Firenze vogliono votare per me e non per il Pd e avranno una loro lista». C’è un rischio: «Probabilmente qualcuno del Pd se ne andrà. Ma non mi preoccupa. Ci sono persone che fanno una battaglia di testimonianza, noi vogliamo vincere». Sull’ipotesi di primarie per Firenze, è scettico: «C’è stato qualche caso raro in cui siamo andati alle primarie per il secondo mandato e sono stati fatti grandi pasticci. Ma se ci saranno le primarie, le faremo». Renzi ha poi spiegato che «magari non farò tutto il secondo mandato, ma sono felice del fatto che Firenze è cambiata davvero».


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LE MACERIE DELLA DESTRA

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Davanti alle tre delibere regionali che hanno fatto lievitare da 1 a 14 milioni i fondi pubblici «rubati» dai partiti nel corso dei tre anni della sua consiliatura, non ha capito che non avrebbe potuto recitare (anche lei, come a suo tempo Scajola e poi persino Bossi) la parte della governatrice «a sua insaputa». O forse lo ha capito, ma proprio per questo non ha voluto e potuto fare altrimenti, cioè scaricare su altri colpe che, se non erano sue dal punto di vista soggettivo, lo erano senz’altro dal punto vista oggettivo.

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