In Procura altre registrazioni Gli incontri di potere nella Asl

Loading

NAPOLI — L’inchiesta sulla sanità a Benevento potrebbe avere a breve nuovi scossoni. E non ci sarebbe da stupirsi perché non si tratterebbe della prima improvvisa impennata dell’indagine del pubblico ministero Giovanni Tartaglia Polcini. Quanto finora emerso del lavoro investigativo che il sostituto del procuratore capo Giuseppe Maddalena ha affidato al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Luca Lauro, è il risultato di un percorso investigativo che si è sviluppato nell’arco di un anno e mezzo, con fasi di intensa attività e altre di apparente inerzia, o, forse meglio, di attesa che gli eventi maturassero.
Quel lavoro ha portato all’incriminazione per truffa e malversazione dell’ex direttore amministrativo della Asl di Benevento Felice Pisapia, il cui ricorso contro il provvedimento del gip che lo obbliga a non lasciare Salerno (città in cui risiede) è stato esaminato ieri dalla decima sezione del Tribunale del riesame di Napoli. Il difensore di Pisapia, l’avvocato Vincenzo Regardi, ha depositato la trascrizione di altre registrazioni che il suo assistito fece durante le riunioni cui partecipò prima di lasciare l’incarico. Già nei giorni scorsi era emerso il contenuto di alcune delle registrazioni raccolte da Pisapia: quelle fatte durante le riunioni convocate dall’attuale ministro delle Politiche agricole (all’epoca dei fatti solo deputata pdl) Nunzia De Girolamo, e in cui era presente abitualmente, tra gli altri, anche il direttore generale della Asl, Michele Rossi. Le riunioni in cui De Girolamo dava direttive sull’affidamento della gestione del bar interno all’Ospedale Fatebenefratelli, o su come assegnare l’appalto del servizio 118. Riunioni che nell’ordinanza in cui dispone la dimora coatta per Pisapia, il gip Flavio Cusani paragona a un «direttorio politico partitico costituito al di fuori di ogni norma di legge» che «si occupava in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione della Asl».
Nelle trascrizioni depositate ieri (che non sono tutte quelle raccolte da Pisapia) non ci sarebbero invece registrazioni di quelle riunioni, ma di incontri a due tra il direttore generale e l’ex direttore amministrativo, che avevano come argomento i mandati di pagamento per alcune ditte fornitrici della Asl di Benevento. Un argomento sul quale i due manager si sono spesso scontrati, come emerge dalle deposizioni di Pisapia, ma anche dalla memoria che il legale di Rossi, l’avvocato Roberto Prozzo, ha preparato per il giudice del lavoro in vista della causa civile intentata dalla Asl contro Pisapia.
Davanti al Riesame, quindi, non si discuterà di quello che faceva il «direttorio» — e non sarebbe stato possibile perché le udienze hanno regole precise — ma solo della posizione di Pisapia. E le trascrizioni dei suoi incontri con Rossi sarebbero funzionali, secondo la linea difensiva, a dimostrare che non commise reati nella gestione amministrativa dell’azienda sanitaria.
Ma se nuovi filoni di indagine saranno avviati dalla Procura di Benevento, non dovrebbero più riguardare soltanto Pisapia, né gli altri funzionari e impiegati che compaiono insieme all’ex manager nel fascicolo su cui è al lavoro Polcini Tartaglia.
Un fascicolo che ha già una lunga vita alle spalle, se si considera che il primo esposto di Rossi contro Pisapia arrivò in Procura il 20 giugno 2012, e un altro ne fu presentato il successivo 7 ottobre. La richiesta di provvedimenti cautelari (per Pisapia e altri) del pm al gip è invece datata 19 dicembre 2013, e l’ordinanza viene emessa il 23.
In quattro giorni l’inchiesta ha subito quindi una impennata decisiva, mentre i diciotto mesi precedenti sono serviti al magistrato e agli investigatori per raccogliere il materiale a sostegno della tesi accusatoria nei confronti di Pisapia e degli altri indagati.
Tutto il resto, «direttorio politico partitico» compreso, non è entrato nell’inchiesta, ma solo in una informativa alla Procura della Guardia di Finanza, protocollata il 12 dicembre 2013, in cui si dà conto in sintesi del lavoro di trascrizione di due registrazioni — una di 116 minuti e l’altra di 130 — fatto dai consulenti tecnici incaricati dal pm. È in queste poche pagine che si legge quello che De Girolamo diceva durante le riunioni con Pisapia, Rossi e il direttore sanitario Mino Ventucci, e con due persone totalmente esterne alla Asl ma vicinissime all’allora deputata: il suo portavoce Luigi Barone, e l’avvocato Giacomo Papa. «Relativamente ad alcune vicende degne di approfondimento, sono tuttora in corso di svolgimento specifiche investigazioni che, allo stato, non hanno evidenziato fattispecie penalmente rilevanti a carico dei soggetti coinvolti», scriveva il colonnello Lauro. Era il 12 dicembre. È passato un mese, qualcosa potrebbe essere cambiato e qualcuno dei «soggetti coinvolti» ora o a breve potrebbe anche essere indagato.
Fulvio Bufi


Related Articles

Grillo caccia tutti: via anche i dimissionari

Loading

5 Stelle. Altri cinque senatori pronti a lasciare. Lettera di minacce ai dissidenti espulsi

LA NOMENKLATURA E LA DEMOCRAZIA

Loading

LE PRIMARIE sono una faccenda troppo seria per lasciarle fare ai generali del Pd. Alla fine ha prevalso il buon senso e gli emendamenti anti-Renzi studiati dalla nomenklatura per complicare il voto con mene burocratiche sono stati cancellati. Quelle del 25 novembre rimarranno le primarie più libere e incerte della storia.
Per questo, le più partecipate dai cittadini. È la buona notizia, in tempi grami per la politica. Non ci fossero le primarie del Pd, l’intero sistema democratico sarebbe già  crollato a pezzi sotto i colpi dell’antipolitica, sepolto dalla vergogna degli scandali.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment