Punirne uno, per educarne 28

Punirne uno, per educarne 28

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La dram­ma­tica situa­zione che vive la Gre­cia fa emer­gere fatti e com­por­ta­menti ine­diti che met­tono in discus­sione anche alcune nostre cer­tezze. La prima è quella che vuole il governo di Bru­xel­les subal­terno al capi­tale finanziario.
Ora, come molti hanno notato, durante que­sta este­nuante trat­ta­tiva quando sem­brava con­clu­dersi l’accordo le Borse euro­pee esul­ta­vano, men­tre la dra­stica rot­tura dell’altro giorno ha por­tato al crollo dei titoli di Borsa euro­pei, con Milano la peg­giore. E non a caso.
I mer­cati finan­ziari agi­scono, sovente in auto­ma­tico per via dell’uso ed abuso di com­pu­ter che pren­dono le deci­sioni, con una logica di ren­di­mento imme­diato. La Borsa di Milano è stata la più col­pita per­ché gli algo­ritmi con cui si costrui­scono le opzioni degli ope­ra­tori finan­ziari vedono un nesso forte tra crisi greca e fra­gi­lità di tenuta dell’Italia. A dispetto di quanto con­ti­nua a dichia­rare il mini­stro Padoan l’Italia è il paese euro­peo che più risen­ti­rebbe del default della Gre­cia, seguita dalla Spa­gna e Por­to­gallo. C’è quindi da chie­dersi: per­ché la Com­mis­sione euro­pea e la Bce fanno di tutto per affos­sare la trat­ta­tiva con il governo Tsi­pras andando con­tro gli inte­ressi dei capi­tali finan­ziari, almeno di quelli che hanno inve­stito nelle Borse euro­pee, e facendo cadere ancora di più l’Euro nei con­fronti con il dol­laro?
Sul piano eco­no­mico la Gre­cia è stata già sal­vata tre anni fa con un taglio di 130 miliardi del suo debito e le richie­ste di Tsi­pras sono adesso molto più basse e meno one­rose. Inol­tre, se pen­siamo che mister Dra­gon sta immet­tendo ogni mese 60 miliardi di euro per raf­for­zare il sistema ban­ca­rio euro­peo, cosa volete che siano 10 o venti miliardi che ser­vi­reb­bero urgen­te­mente ad Atene per ono­rare le sue sca­denze imme­diate. La que­stione è esclu­si­va­mente poli­tica, ma nell’accezione della poli­tica come arte del man­te­ni­mento del potere.
Tsi­pras e Varou­fa­kis se ne sono accorti tardi. Per mesi hanno pen­sato che ave­vano di fronte dei nego­zia­tori e che si potesse arri­vare ad un ragio­ne­vole com­pro­messo. Poi, man mano che si avvi­ci­nava la sca­denza di giu­gno, si sono resi conto che esi­steva una stra­te­gia poli­tica pre­cisa: eli­mi­nare Syriza e gene­rare un cam­bio di governo ad Atene. A volerlo for­te­mente erano e sono i capi di governo della stra­grande mag­gio­ranza dei paesi euro­pei.
Il tema è que­sto: se il governo Tsi­pras ha ragione nel rifiu­tare le poli­ti­che di auste­rity allora chi ci ha gover­nato finora ha sba­gliato alla grande. Se vince Tsi­pras oggi, in autunno vince Pode­mos in Spa­gna ed allo stesso tempo si apre una crisi ver­ti­cale per i par­titi social­de­mo­cra­tici e quindi per Hol­lande, Renzi, Schulz diven­tati i mag­giori nemici del governo greco. A loro non inte­ressa se la Gre­xit com­por­terà seri danni eco­no­mici a tutti i paesi dell’Eurozona, inte­res­sano solo le pros­sime ele­zioni poli­ti­che e come man­te­nere la pol­trona.
Al di là delle sfu­ma­ture, infatti, c’è un obiet­tivo comune e prio­ri­ta­rio che uni­sce la classe poli­tica che governa l’Ue: punire Tsi­pras ed il suo governo. Un obiet­tivo ed un metodo di stampo mafioso: punirne uno per edu­carne 28. Non è un pro­blema eco­no­mico, è una que­stione di puro potere, di sta­bi­lire chi comanda in un deter­mi­nato ter­ri­to­rio. Nes­suno deve pen­sare che esi­sta un’altra via per uscire dalla crisi.
Così ope­rano le mafie nei quar­tieri delle città dove sono radi­cate. Se un com­mer­ciante si rifiuta di pagare il pizzo gli fanno sal­tare il nego­zio. Se con­ti­nua a rifiu­tarsi e magari va a denun­ciare i cri­mi­nali alla poli­zia allora gli spa­rano alle gambe. Se ancora non si piega, alla fine se l’è cer­cata lui: lo ucci­dono. Il pizzo rap­pre­senta una entrata mar­gi­nale per la mafia, ma è fon­da­men­tale per far capire chi comanda vera­mente in quel ter­ri­to­rio. Con i dovuti distin­guo, è il metodo con cui la classe poli­tica euro­pea vuole con­tra­stare l’insubordinazione di que­ste teste calde dei greci. Per que­sto la bat­ta­glia del governo Tsi­pras è una lotta per la libe­ra­zione dei popoli euro­pei, per il trionfo della democrazia.



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