Un’altra brac­ciante muore dopo un malore

Un’altra brac­ciante muore dopo un malore

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Puglia. A differenza delle altre vittime, Maria Lemma era assunta regolarmente. Era affetta da diverse parologie. Lascia il marito invalido e cinque figli, che hanno deciso di non sporgere denuncia. Il ministro Martina: il 27 agosto vertice nazionale sul caporalato

Le cam­pa­gne pugliesi hanno mie­tuto la quarta vit­tima di quest’estate infer­nale. Si tratta di Maria Lemma, 39enne e madre di cin­que figli: ori­gi­na­ria di Mas­sa­fra, si è sen­tita male il 31 luglio men­tre lavo­rava nelle cam­pa­gne di Ginosa, due paesi del ver­sante orien­tale della pro­vin­cia di Taranto. Rico­ve­rata presso l’ospedale Moscati, il suo cuore ha smesso di bat­tere dopo dieci giorni. Maria, a dif­fe­renza delle altre vit­time, era assunta rego­lar­mente e inol­tre era affetta da diverse pato­lo­gie che potreb­bero averne cau­sato il decesso: per que­sti motivi il marito Nicola Mag­gio — inva­lido civile con una pic­cola pen­sione — e i figli, hanno deciso di non spor­gere denun­cia. La loro prima pre­oc­cu­pa­zione adesso sarà quella di vivere l’immenso dolore, oltre alle dif­fi­coltà eco­no­mi­che, visto che i 40 euro gior­na­lieri che Maria gua­da­gnava ser­vi­vano a por­tare avanti l’intera famiglia.

Verrà invece rie­su­mato mar­tedì il corpo di Paola Cle­mente, la brac­ciante 49enne di San Gior­gio Jonico (Taranto) morta nelle cam­pa­gne di Andria il 13 luglio men­tre lavo­rava sotto un ten­done all’acinellatura dell’uva. Sem­pre mar­tedì sarà effet­tuata l’autopsia dispo­sta dal pm di Trani Ales­san­dro Pesce. L’autopsia dovrà accer­tare le cause e con­cause del decesso e l’eventuale ina­la­zione di sostanze tos­si­che. Nell’indagine in corso per omi­ci­dio col­poso e omis­sione di soc­corso, sono inda­gati Ciro Grassi, auti­sta del mezzo che ha por­tato i brac­cianti nelle cam­pa­gne di Andria e che orga­nizza le “squa­dre” che ogni giorno vanno a lavo­rare nelle cam­pa­gne del nord barese, e Luigi Ter­rone, uno dei respon­sa­bili dell’azienda agri­cola Orto­frutta Meri­dio­nale di Corato (Bari), in cui lavo­rava la donna quando è stata colta da malore. La fami­glia di Paola Cle­mente si è costi­tuita for­mal­mente nel pro­ce­di­mento e ha nomi­nato un pro­prio con­su­lente per l’autopsia. Stessa cosa ha deciso di fare l’azienda.

Le inda­gini ten­te­ranno di chia­rire anche la posi­zione con­trat­tuale di Paola: assunta da un’agenzia inte­ri­nale di Bari, ora gli inqui­renti vogliono chia­rire i rap­porti tra que­sta agen­zia e la ditta di Corato. E si ten­terà di fare luce anche sulla situa­zione medica della brac­ciante: ovvero se ci fos­sero tutti i cer­ti­fi­cati pre­vi­sti in caso di assunzione.

La Pro­cura di Matera ha invece aperto un’indagine cono­sci­tiva per accer­tare le cause del malore che il 5 ago­sto ha col­pito il brac­ciante taran­tino di 42 anni Arcan­gelo De Marco, rico­ve­rato in coma nell’ospedale di Potenza. Dalle inda­gini è infatti emerso che De Marco ha accu­sato il malore men­tre lavo­rava nelle cam­pa­gne del Meta­pon­tino e non in quelle di Andria come tra­pe­lato in un primo momento.

«Il 27 ago­sto, con il mini­stro Poletti, ter­remo un ver­tice nazio­nale pro­prio sui temi del capo­ra­lato» ha annun­ciato ieri al Mee­ting di Comu­nione e libe­ra­zione il mini­stro dell’Agricoltura Mau­ri­zio Mar­tina: invi­tati i sin­da­cati, le asso­cia­zioni delle imprese agri­cole, l’ispettorato, l’Inps. Men­tre Flai Cgil e Sel hanno chie­sto l’istituzione di una com­mis­sione d’inchiesta par­la­men­tare sul capo­ra­lato. Che fa parte di quel lavoro som­merso, che ogni anno coin­volge circa 2 milioni di invi­si­bili che pro­du­cono, sostiene la Fon­da­zione studi del Con­su­lenti del lavoro sull’attività ispet­tiva di Mini­stero del Lavoro-Inps-Inail del 2014 e dei primi 6 mesi 2015, un’economia di «41 miliardi e 837 milioni e una eva­sione di 25 miliardi di impo­ste e contributi».



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