Online il nuovo numero di Global rights

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Il numero invernale di Global Rights è dedicato alla ripresa delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti. E’ passato un anno da quando i presidenti cubano Raul Castro e statunitense Barak Obama hanno annunciato, in conferenze stampa simultanee all’Havana e Washington, l’inizio di nuove relazioni diplomatiche e incontri pubblici.

Dopo oltre mezzo secolo di politiche aggressive da parte degli Stati Uniti contro la Rivoluzione cubana, la dichiarazione dei due presidenti ha senza dubbio segnato l’inizio di una nuova era, non solo nelle relazioni tra i due paesi ma anche nelle ripercussioni che questa nuova fase avrà a livello di geopolitica regionale e internazionale.

In questo numero di Global Rights abbiamo cercato di offrire ai lettori strumenti per leggere gli eventi di questo anno. Gli articoli sono stati scritti da giornalisti, intellettuali, accademici, cubani e non, che vivono in Cuba. Ciò, crediamo, offre ai lettori la possibilità di dare un’occhiata all’interno di questa isola da finestre differenti. Opinioni e commenti che non pretendono essere esaustive ma solo l’inizio di un’analisi che vogliamo continua e assidua di questa nuova era.

Questo numero è monografico, ma profondamente radicato in un contesto globale. Per questo l’editoriale “Sconfiggere il mostro” del co-direttore di Global Rights, Sergio Segio, offre una lettura della situazione globale dopo gli attentati di Parigi e l’abbattimento da parte turca di uno degli aerei russi impegnati in Siria.

Addentrandosi nel tema del numero, l’analisi di Casagrande e Arrugaeta offre una lettura di questo anno dall’annuncio dei due presidenti, guardando sia alla metà piena del bicchiere che alla metà vuota attraverso la lettura e il racconto di ciò che è avvenuto in questi 12 mesi: dall’apertura delle ambasciate, ai diversi incontri bilaterali che rivelano la volontà dei due paesi di affrontare un’agenda assai complessa e completa. Collaborazione e accordo sono ricercate in aree come immigrazione, sanità, comunicazioni, scambi culturali e educazione.

I rischi e opportunità economiche sono analizzate nell’articolo “Economia come sfida principale”.

Inevitabilmente l’immigrazione occupa una parte importante dell’analisi della situazione cubana. Infatti la “crisi” dei 5000 cubani “bloccati” in Costa Rica e diretti negli USA (dove una legislazione speciale garantisce loro permesso di soggiorno e di lavoro, cosa quasi impossibile da ottenere per altri migranti latinoamericani) ha aperto il vaso di Pandora di una relazione basata sulla volontà di “sconfiggere il nemico”. L’articolo “Immigrazione, la ferita aperta” offre numeri e dati, oltre al quadro legale, per capire meglio cosa sta accadendo e quali sono le sfide che si trova di fronte il governo cubano.

Felix Julio Alfonso Lopez introduce le “sfide di una intimità peculiare” guidando il lettore attraverso la storia delle tormentate relazioni tra Cuba e Stati Uniti e sottolinea come sia necessario e opportuno mantenere relazioni civili con il potente vicino. Lo storico e intellettuale cubano sottolinea anche come gli Usa dovrebbero abbandonare le varie forme di aggressione con le quali colpiscono Cuba. Questa nuova fase non può e non deve condurre all’oblio oltre mezzo secolo di aggressione e tanto meno l’indipendenza e sovranità di Cuba.

Mati Echevarria ci guida attraverso le colorate e vivaci strade dell’Havana. La società cubana è nel mezzo di cambiamenti e questo reportage ne ritrae alcuni, più o meno visibili. Nuove idee, pensieri, aspirazioni, dubbi che vanno di pari passo a una ridefinizione economica e sociale.

Un reportage fotografico di Mauro Guglielminotti chiude la prima parte di questo ricco numero. Sono foto dell’Havana, le sue strade, la sua gente. Foto di Santa Clara nel giorno del compleanno di Fidel Castro.

La seconda parte della rivista si apre con un reportage di Orsola Casagrande impegnata a raggiungere Bejucal nel mitico “P16”. Un ritratto di gente e della loro lotta (e creatività) quotidiana per affrontare difficoltà e carenze. Una realtà differente da quella della capitale, differenti relazioni e un forte senso di comunità.

L’intellettuale cubano Fernando Martinez Heredia (direttore del centro Juan Marinello) difende nel suo articolo che il giorno dell’apertura dell’ambasciata USA all’Havana è stato un giorno importante ma non “storico”. Attraverso un’analisi di eventi e simboli, Heredia sottolinea che quanto maggiore la partecipazione della gente alla politica, quanto più saranno le iniziative e le formule per contrastare le pretese degli USA.

Fernando Ravsberg, giornalista uruguaiano residente a Cuba, si chiede se il governo e il partito comunista cubani saranno l’avanguardia della società.

Non solo politica: Felix Julio Alfonso Lopez infatti ci introduce allo sport nazionale sia a Cuba che negli Usa. Il baseball unisce e divide i due paesi. Perché questo gioco è presente nella costruzione di un senso di identità e appartenenza da oltre 150 anni nella vita dei due vicini.

Il numero chiude con ampi stralci dei una intervista a Josefina Vidal, direttrice delle relazioni con gli Stati Uniti del ministero degli esteri cubano. L’intervista è stata realizzata dal quotidiano Granma e in essa Vidal esprime le sfide, opportunità e difficoltà di questa nuova relazione.

Global Rights – Numero 1, dicembre 2015

 Il magazine è sfogliabile o scaricabile gratuitamente sul sito globalrights.info 

 



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