La morte di Andrea Soldi durante un TSO. 400.000 buone ragioni per non fare il processo

La morte di Andrea Soldi durante un TSO. 400.000 buone ragioni per non fare il processo

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Forse non tutti se ne sono accorti, l’evento è passato quasi in sordina, ma nella città di Torino è avvenuto un fenomeno assai strabiliante e decisamente “fuori norma”: due enti pubblici (Comune di Torino e ASL TO2) sono arrivati a offrire la somma di 400.000 euro ai familiari di Andrea Soldi, il “gigante buono” morto durante un tentativo di TSO avvenuto nell’agosto 2015 ad opera di 3 vigili urbani e lo psichiatra dell’ASL che lo aveva in cura. Tale offerta è avvenuta nel corso dell’udienza preliminare del 19 gennaio 2017 presieduta dal GUP Elena Rocci.

Perché la somma è straordinaria? Cerchiamo di focalizzare la situazione.

Non siamo negli USA dove il risarcimento danni per morte in situazioni di questo genere è estremamente più oneroso e può raggiungere importi da 6 zeri. Qui siamo in Italia dove le attuali tabelle riportano valori di risarcimento del danno per morte che oscillano tra i 190.000 e 460.000 Euro nei loro valori massimi, che però in casi analoghi a questo, per le condizioni soggettive della vittima, di norma vengono assai ridotti. La straordinarietà dell’offerta risiede nel fatto che gli importi sono individuati in prossimità dei massimi ancor prima che si sia potuta accertare l’effettiva responsabilità degli imputati.

Nel caso della morte di Andrea Soldi ci troviamo nella strabiliante situazione di due 2 enti pubblici, Comune di Torino e ASL TO2 – notoriamente senza soldi – che arrivano ad offrire ai familiari della vittima una somma così ingente, e ben prima che anche solo l’udienza preliminare venga conclusa.

I motivi che stanno alla base di questa offerta straordinaria paiono evidenti: nessuno vuole fare questo processo. Il decesso di Andrea Soldi, nella sua drammaticità offre la grande opportunità di puntare il dito su una pratica che da sempre viola i diritti umani delle persone. Qualcuno sta cercando di coprire il tutto con una cortina di fumo. Infatti quello di Andrea Soldi non è un caso isolato, in realtà è più comune di quanto si creda, a Torino come in altre parti d’Italia. La differenza è che nel caso di Andrea Soldi ci sono troppi testimoni e troppe evidenze incontrovertibili. Fare il processo significa arrivare quasi sicuramente ad una condanna per lo psichiatra e i 3 vigili, e altrettanto sicuramente tale condanna potrà aprire le porte ad un processo politico di riforma del TSO.

E’ questo il punto, forse i familiari non lo hanno compreso, ma certamente la situazione è estremamente chiara a coloro che hanno offerto 400.000 Euro. Sotto questa ottica si comprende facilmente come la somma offerta rappresenti in realtà un buon investimento, la posta in gioco è davvero alta. Dubitiamo che il nocciolo della questione sia il povero Andrea la cui orribile morte urla giustizia al Cielo. Il punto centrale sono il danno economico che può lievitare e il potenziale effetto domino che una sentenza di condanna potrebbe scatenare sulla pratica del TSO.

Diversamente, se si è così certi che non c’è stato alcun illecito, che tutto è stato fatto correttamente, e che la pratica non è suscettibile di abusi, perché non affrontare serenamente il processo?

E naturalmente, non dobbiamo dimenticare che se all’istituzione psichiatrica togli il TSO, la privi dell’unico potere di cui gode su tutto il territorio nazionale. Un potere ragguardevole.

Questo spiega anche il motivo fondamentale per cui le parti in gioco si siano date un gran daffare per impedire la costituzione di parte civile del CCDU Onlus e del Comitato d’Iniziativa antipsichiatrica, queste due associazioni non possono essere “gestite” poiché il loro interesse precipuo è la riforma integrale del TSO, o eventuale sua abolizione.

Se vogliamo realmente rendere onore alla memoria di Andrea dobbiamo cogliere l’opportunità di andare fino in fondo e non farci distrarre dalle 400.000 buone ragioni o da improbabili corsi di addestramento per dare formazione per sempre a ovunque a vigili e al personale che fa TSO”. Si tratta di specchietti per le allodole. La pratica psichiatrica del TSO è sempre stata una violazione dei diritti umani che sempre degrada e umilia la persona che la riceve, chiedete a chi lo subisce.

Davvero vogliamo che la morte di Andrea Soldi non sia stata vana? Andiamo fino in fondo. Piuttosto che una targa in un giardino o un “vogliamo che venga riconosciuta la sofferenza di Andrea”, prendiamo questa opportunità per far sì che non ci siano altre sofferenze di questo genere, perché la morte di Andrea Soldi diventi simbolo e impulso per un futuro dove i malati psichiatrici e i disagiati possano essere trattati con dignità, pari diritti e opportunità per un domani migliore.

Silvio De Fanti
Vice Presidente Nazionale
CCDU Onlus



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