Decreti Minniti: Daspo per trans. La polizia diventa «buoncostume»

Decreti Minniti: Daspo per trans. La polizia diventa «buoncostume»

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NAPOLI. «La scorsa settimana due trans che chiacchieravano di pomeriggio davanti a un tabaccaio, nei pressi della stazione di piazza Garibaldi a Napoli, sono state fermate dalla polizia, accusate di adescamento e colpite da daspo urbano». A rendere nota la vicenda ieri è stata Loredana Rossi, vicepresidente dell’associazione Transessuale Napoli. In base alla legge Minniti, hanno avuto il divieto di avvicinarsi alla zona per 48 ore e una multa di 100 euro.

Non è la prima volta, un’altra trans mentre era al bar, ancora a piazza Garibaldi, è stata prelevata dalla Polizia Municipale e identificata, le volevano comminare una multa molto salata ma ha chiamato l’avvocato e si è rifiutata di firmare il verbale, adesso è in attesa che le arrivi la notifica a casa. «Noi raccomandiamo a tutte di non firmare e non pagare ma molte pensano che sia meglio tirare fuori 100 euro che passare alle vie legali – spiega Loredana Rossi – ma è evidente che è un sopruso. È come fare l’equazione trans uguale puttana, uguale adescamento anche senza alcuna evidenza di reato. È come se la nostra stessa esistenza fosse considerata un’offesa al decoro urbano. Come durante il fascismo».

Non è però una novità assoluta, piuttosto sono provvedimenti che ritornano ciclicamente: «Durante il governo Berlusconi – prosegue -, con il pacchetto sicurezza del ministro Roberto Maroni, avevano tirato fuori dal cassetto il reato di travestimento: facevano retate nelle zone di prostituzione e ti portavano in questura. Lì cominciavano a stilare il verbale: unghie smaltate, rossetto sulle labbra, trucco sugli occhi, un elenco dettagliato fatto apposta per umiliarti e, naturalmente, l’immancabile multa. Stiamo tornando alle politiche di destra ma peggiorate».

Le retate stanno diventando frequenti, nella zona alle spalle della Stazione centrale ci sono almeno un paio di volte a settimana: vengono identificate, trattenute per quattro, cinque ore e poi rilasciate. Si crea un clima di insicurezza, peggiorato dal fatto che può arrivare il daspo anche se sei semplicemente in giro con un’amica. «Le trans raccontano di avere paura a uscire per strada ora, poiché non vogliono essere fermate di nuovo dalle forze dell’ordine – conclude Loredana Rossi -. Anche durante il Ventennio era così: dovevi chiuderti in casa, non eri libera di muoverti come tutti gli altri. Il prossimo passo sarà allontanarci dalle città, mandarci al confino. Hanno tolto la libertà a dei cittadini italiani, devono vergognarsi».

Ad aprile a piazza Dante una coppia di ragazze lesbiche sono state fermate dai militari, che presidiavano la zona nell’ambito dell’operazione Strade Sicure: «Uno dei militari si è avvicinato alla coppia che si stava baciando – ha spiegato Antonello Sannino, presidente di Arcigay cittadina – invitandole ad allontanarsi. Dopo una breve discussione, ha chiesto le generalità alle due ragazze che, per evitare problemi, hanno lasciato la piazza. I militari dovrebbero occuparsi della sicurezza non assumere le funzioni di “buoncostume”».

FONTE: Adriana Pollice, IL MANIFESTO



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