Precari a mezzo di precari, il rompicapo dei «navigator» di Di Maio

Precari a mezzo di precari, il rompicapo dei «navigator» di Di Maio

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Paladino della guerra al precariato, ha promesso stabilizzazioni dei precari a cominciare dalle aziende di stato. Messo alla prova, il ministro del lavoro Luigi Di Maio rischia di produrre l’opposto: la moltiplicazione del precariato tra coloro che dovrebbe aiutare poveri e disoccupati a cercare lavoro. Il paradosso è stato confermato ieri, durante un’audizione alla commissione lavoro del Senato, da Mimmo Parisi.

Il candidato in pectore alla guida dell’Agenzia nazionale per le politiche attive (Anpal) controllerà l’Anpal servizi per la quale, al momento, lavorano 654 precari, 134 con contratti a tempo determinato e 520 con contratti di collaborazione. Saranno loro a «formare» i seimila «navigator», laureati magistrali in discipline che vanno dalla psicologia alla giurisprudenza, assunti dalla stessa agenzia con contratti di collaborazione (co.co.co) per due anni. Nel frattempo si stanno studiando le modalità per l’assunzione: tra marzo e aprile «ci sarà un bando» ha detto Di Maio. Potrebbe essere prevista una prova, con o senza colloquio. L’Anpal non è in grado di fornire informazioni fino a quando il decreto non sarà pubblicato sulla gazzetta ufficiale.

Un’agenzia con 1.103 addetti, il 60% precario, sarà il motore del nuovo precariato. Proprio coloro che dovrebbero trovare lavoro a tempo indeterminato, saranno più precari dei beneficiari della misura che amministrano. Questo è il simbolo di una misura piena di malintesi, a cominciare dal clamoroso equivoco contenuto nel titolo: questo non è un «reddito di cittadinanza», è un sussidio che scambia i diritti con gli incentivi alle imprese.
Il prossimo 13 febbraio il coordinamento dei precari di Anpal servizi, mobilitato da mesi, protesterà sotto la sede dell’agenzia in via Guidubaldo del Monte a Roma. Per la loro stabilizzazione è stato stanziato solo un milione di euro tra il 2019 e il 2022, sufficiente per 20 persone. Il governo ha invece stanziato 500 milioni di euro per i nuovi precari. Il coordinamento chiede la stabilizzazione di tutti.

I «navigator saranno assunti senza concorso e poi con un concorso per metterli a tempo indeterminato» ha confermato ieri Di Maio. È da verificare se le regioni, che in base al Titolo V della Costituzione gestiscono le politiche dell’occupazione con le province, saranno in grado di farlo. Fino ad oggi non sono riuscite a chiarire con il governo il destino dei 1.600 nuovi addetti previsti dal precedente ministro Giuliano Poletti, 600 destinati all’applicazione del «Rei» ora assorbito dal «reddito». E questo senza considerare i circa 2 mila precari dei centri per l’impiego. Il rompicapo è ancora più complicato: oltre ai seimila «navigator» dovranno essere assunte altre 4 mila figure, per un totale di 10 mila persone. Per questi concorsi si è parlato di fine estate 2019, ma l’ipotesi è poco credibile.

«Il governo non pensi di costruire una misura che non ha gambe per camminare e di scaricare poi le responsabilità sul territorio – ha detto la presidente dell’Umbria Catiuscia Marini al Corriere dell’Umbria – Attualmente nessun centro per l’impiego è in condizioni di reggere l’impatto».

Ieri Di Maio ha precisato che le domande potranno essere presentate online da marzo in poi. Il mese successivo alle Poste e ai Caf. Questo però è solo uno dei problemi. Il più grande è il reclutamento, la formazione e la gestione del personale previsto da una riforma, al momento, non pensata con chi dovrebbe applicarla. «Il rischio è il caos e questo strumento potrebbe travolgere come uno tsunami i centri per l’impiego, anziché potenziarli e valorizzarli» ha commentato Cristina Grieco, coordinatrice degli assessori regionali al lavoro.

* Fonte: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO



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