Conte incontra i sindacati e promette: sicurezza e meno tasse sul lavoro

Conte incontra i sindacati e promette: sicurezza e meno tasse sul lavoro

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Cinquantatrè giorni dopo Cgil, Cisl e Uil sono tornati a palazzo Chigi. L’inquilino è sempre lo stesso – Giuseppe Conte – tutto il resto è cambiato. In meglio, sembra. Ma per ora si è restati al metodo e non si è entrati nel merito. E il metodo è lo stesso promesso a luglio dal premier, ma con una maggioranza diversa. Di certo c’è che i sindacati negli ultimi dieci anni non erano mai stati tanto spesso convocati.

Mentre il premier libico Serraj varcava i portoni per il picchetto d’onore, Landini, Furlan e Barbagallo sono usciti con aria soddisfatta ma guardinga dopo il primo incontro con il Conte 2. Dietro le quinte l’aspetto più positivo è stato considerato il feeling tra il premier e il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. «Sembrava parlassero all’unisono con idee e progetto chiaro». Tutto il contrario rispetto a Tria e i suoi tentennamenti tra le proposte della Lega e quelle del M5s. Lo ha specificato lo stesso Landini: «Non ci hanno detto cosa fanno». Ha così placato facili entusiasmi rispetto all’esito della manovra.

IL CONFRONTO comunque è partito con Giuseppe Conte che ha accolto la richiesta di un incontro urgente arrivata subito dopo la fiducia al nuovo esecutivo. Il presidente del consiglio nelle quasi due ore di colloquio ha delineato lo scenario entro il quale si muoverà la prossima legge di bilancio, rimarcando il metodo dell’ascolto delle parti sociali. Oltre alle priorità da mettere in campo, a partire dalla riduzione delle tasse sul lavoro, ha indicato anche l’obiettivo di «remare insieme per il bene del paese». Accanto a lui, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Sul tavolo i temi della manovra vista nell’otttica triennale 2020-2022 e le proposte dei sindacati. Che intanto apprezzano il metodo, pronti a valutare il merito ma decisi a incassare risultati. «Si riapre un canale di confronto e discussione», ha sottolineato il leader della Cgil Maurizio Landini. Ha parlato di «buon punto di partenza» la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, evidenziando «l’attenzione posta finalmente alla piattaforma» sindacale ma chiedendo «una scossa» per l’economia. «Abbiamo visto un cambiamento di passo di questo governo. Verificheremo quello che riusciremo a portare a casa» ha detto il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo.

DETTAGLI E TEMPI sono ancora da discutere. Il confronto proseguirà con altri incontri politici a Palazzo Chigi e tematici con i diversi ministeri. «C’è l’impegno a definire un calendario di appuntamenti» prima di chiudere la manovra, ovvero prima di metà ottobre, riferisce Landini, quando il governo «dovrà dire concretamente cosa intende fare, andando oltre i titoli». Gualtieri non a caso ha sottolineato come l’orizzonte triennale sia fondamentale per rilanciare la crescita e l’occupazione. Ha lasciato intendere che non tutto e subito si potrà fare, piuttosto in maniera graduale. Ci sono i vincoli europei da rispettare, come rimarca Conte. E ci sono gli obiettivi primari da perseguire. Innanzitutto, evitare che scatti l’aumento dell’Iva e iniziare a ridurre il cuneo fiscale. L’alleggerimento della pressione fiscale a partire dalla riduzione delle tasse sul lavoro, una nuova agenda di investimenti «verdi» ed un piano strutturale di interventi per il Sud sono «priorità che siamo determinati» a mettere al centro della prossima manovra – ha detto Conte – Sarà fondamentale una seria lotta all’evasione fiscale. Tutti devono pagare le tasse per pagarne meno».

SULLE MISURE già in campo, il governo ha confermato che «Quota 100» e «reddito di cittadinanza» non si toccano. I sindacati puntano sulla centralità della crescita e dell’occupazione ma anche della sicurezza sul lavoro: il premier assicura l’impegno del governo a mettere in campo un piano straordinario. Rilancia il confronto sul salario minimo, a cui i sindacati replicano con la propria posizione che punta sui contratti nazionali. «Occorre dare valore “erga omnes” ai contratti nazionali», ha ripetuto Landini. Per Cgil, Cisl e Uil ci sono altri due temi fondamentali: le pensioni (riduzione delle tasse anche ai pensionati – i cui sindacati hanno già annunciato di scendere in piazza a novembre – assegni di garanzia per i giovani e «bonus» per le donne) e le risorse per i rinnovi dei contratti pubblici.

* Fonte: Massimo Franchi,  il manifesto



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