Spagna, accordo raggiunto per il salario minimo a 965 euro

Spagna, accordo raggiunto per il salario minimo a 965 euro

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I sindacati firmano. Aumento di 15 euro al mese: dopo una tesa trattativa le sigle sindacali firmano con l’impegno da parte del governo di ulteriori aumenti nel 2022 e nel 2023. Contrari gli industriali

Il salario minimo in Spagna crescerà di 210 euro all’anno, 15 euro per mensilità (diviso in 14) a partire da questo stesso mese. La Confindustria spagnola per la prima volta da quando è in carica il governo Sánchez non ha dato il suo appoggio a questo piccolo aumento dello stipendio di riferimento del sistema produttivo iberico. L’ammontare totale mensile per i milioni di lavoratori che guadagnano il minimo sarà dunque di 965 euro al mese a partire da subito.

Quando il governo Sánchez entrò in carica, il cosiddetto Smi, Salario mínimo interprofesional, era di soli 735 euro: una delle prime misure accordate fra socialisti e Podemos, quando ancora non era neppure nel governo, fu proprio quella di portarlo a 900 euro. L’obiettivo della coalizione rosso-verde, come suggerito dalla Carta sociale europea, è arrivare al 60% dello stipendio medio in Spagna entro la fine della legislatura, nel 2023: cioè circa 1050 euro.

L’idea della ministra del Lavoro Yolanda Díaz, in linea con quanto accaduto nei mesi scorsi, era quella di giungere ad accordi con tutte le parti sociali, ma, secondo quanto raccontato dalla stessa ministra, la Confindustria spagnola, la Ceoe, «ha iniziato i negoziati chiedendo zero, ed è uscita chiedendo zero»: cioè, non ha voluto negoziare un bel niente. «A volte, non negoziando si perde», ha spiegato la ministra.

Da parte loro, i rappresentanti dell’industria spagnola, consapevoli dell’obiettivo del governo, spiegano che avrebbero voluto aspettare altri tre mesi: «Con tutto quello che sta accadendo, la pandemia, è un momento molto delicato», si è giustificato il presidente della Ceoe, Antonio Garamendi. E ha aggiunto che secondo lui questo aumento farà solo aumentare l’economia sommersa e farà perdere lavoro, la giustificazione che viene spesso utilizzata, ma che nel caso degli aumenti precedenti è stata smentita dai fatti. E comunque, ha minacciato, «se le cose continuano così», cioè se il governo deciderà unilateralmente con i sindacati e senza gli imprenditori gli aumenti salariali, «questo potrebbe rompere in futuro il negoziato collettivo». Cosa che Yolanda Díaz vuole a tutti i costi evitare.

Da parte loro, i sindacati consideravano un aumento di 15 euro insufficiente in un contesto di elevata inflazione. Ma, come ha spiegato Unai Sordo dell’Ugt, uno dei principali sindacati spagnoli, sono soddisfatti perché questo aumento si produce «nel contesto di una difficoltà economica, di aumento del tasso di inflazione e di un aumento smisurato della bolletta della luce, che giustificano totalmente e assolutamente un aumento del Smi». Ma ha aggiunto che loro continueranno a esigere che il salario minimo raggiunga i 1.000 euro già l’anno prossimo.

* Fonte: Luca Tancredi Barone, il manifesto



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