La lettera è un invito rivolto al presidente per chiedere un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, e spingere Israele a consentire l’ingresso di aiuti umanitari nel territorio. Questa è l’ultima di una serie di lettere inviate dai funzionari di tutta l’amministrazione Biden, tra cui 3 memorandum interni al Segretario di Stato Antony Blinken firmati da dozzine di dipendenti del Dipartimento di Stato, e una lettera aperta firmata da oltre 1000 dipendenti dell’Agenzia Usa per l’internazionalizzazione e lo sviluppo.

A NEW YORK il Center for Constitutional Rights, un gruppo che si batte per le libertà civili, ha citato in giudizio Joe Biden per presunta violazione del suo dovere ai sensi delle leggi internazionali e statunitensi, in quando non ha cercato di impedire che Israele commettesse un genocidio a Gaza. La denuncia del Ccr è stata fatta per conto di diversi gruppi come di singoli palestinesi, e sostiene che le azioni di Israele, come le “uccisioni di massa”, il prendere di mira le infrastrutture civili e le espulsioni forzate equivalgono a un genocidio, e che la convenzione internazionale contro il genocidio del 1948 impone agli Stati uniti di usare il proprio potere e la propria influenza per fermare le uccisioni.

Il Ccr non è nuovo a questo tipo di cause, nel 2004 vinse una causa storica presso la Corte Suprema, stabilendo i diritti dei prigionieri detenuti a Guantánamo. In questa causa sostiene che l’attacco di Hamas del 7 ottobre non fornisce una giustificazione legale per la portata dell’assalto israeliano a Gaza, che ha ucciso più di 11.000 palestinesi, tra cui 4.600 bambini, e ha sfollato 1,5 milioni di persone. La causa è stata depositata presso il tribunale federale della California, e chiede non solo di impedire agli Usa di fornire armi, denaro e sostegno diplomatico a Israele, ma anche una dichiarazione per stabilire che il presidente, il segretario di Stato e il segretario alla difesa, siano tenuti a “prendere tutte le misure in loro potere per impedire la commissione di atti genocidi da parte di Israele contro il popolo palestinese di Gaza”.

LA REDAZIONE CONSIGLIA:

Proteste a casa di Biden: «Niente cessate il fuoco, niente voto»

Questo mentre le piazze non accennano a sfollarsi. Le manifestazioni a favore della Palestina sono diventate quotidiane, mentre ieri a Washington si è tenuta la più grande manifestazione in appoggio di Israele dall’inizio della guerra. La Marcia per Israele è stata organizzata dai gruppi ebraici di tutto il paese, così come da scuole, sinagoghe e centri comunitari, che hanno organizzato decine di autobus.

AL COMIZIO FINALE hanno preso parte insegnanti, artisti, studenti e parenti di alcune delle centinaia di ostaggi sequestrati da Hamas, insieme al presidente di Israele, Isaac Herzog, e una schiera di parlamentari statunitensi, tra cui il presidente della Camera Mike Johnson, repubblicano, e il leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer.

«Israele ha già tutto il sostegno, la maggior parte dei politici ha respinto le richieste di cessate il fuoco, sostengono che la campagna militare di Israele sia giustificata dall’imperativo di sradicare Hamas – dice Sam, pubblicitario 57 enne – Mi ritrovo ad accompagnare mia madre 80enne a una manifestazione che non condivido, e vedo molta gente spaventata, più di quanto credessi, mia madre stessa ha sempre detto ‘Il fatto che sia accaduto vuol dire che può accadere ancora ‘, e questo giustifica tutto».

 

* Fonte/autore: Marina Catucci, il manifesto