Strage a Rafah: sulle tende bombe da 2 tonnellate, 45 uccisi

Strage a Rafah: sulle tende bombe da 2 tonnellate, 45 uccisi

Loading

Il bilancio potrebbe salire: sono decine i feriti con gravi ustioni. L’attacco avvenuto di notte. Netanyahu: «Un tragico errore».

 

Non era ancora definitivo ieri sera il bilancio dell’attacco aereo israeliano. 45 i morti e circa 250 i feriti, secondo i dati ufficiali del ministero della sanità. 23 delle vittime erano donne, bambini e anziani. Ufficiosamente si parla di almeno 50 morti, un numero destinato a crescere per le condizioni critiche di tanti feriti. Alcuni hanno subito ustioni su gran parte del corpo e nell’unico centro sanitario di Tel el Sultan e nell’ospedale da campo della Croce Rossa non si può fare molto per aiutarli. Alcuni sono stati trasferiti negli ospedali Nasser e Amal di Khan Younis che soffrono ancora dei danni riportati durante il lungo assedio che hanno subito dalle forze israeliane nei mesi scorsi.

«È stato un tragico incidente di cui rammaricarsi». Così Netanyahu alla Knesset ha definito i fatti di Rafah durante un incontro con le famiglie degli ostaggi israeliani a Gaza che lo hanno contestato perché la leadership di Hamas, dopo questo ennesimo massacro, dice di non essere disposta a riprendere le trattative per la liberazione dei sequestrati. «Un tragico incidente», tutto qui. Netanyahu ha sorvolato sul fatto che ad innescare i roghi sono state le bombe sganciate dai jet israeliani contro una presunta postazione di Hamas dove si trovavano due dirigenti del movimento islamico, Yassin Rabia e Khaled Najar, responsabili, sempre secondo il portavoce militare, delle operazioni in Cisgiordania. Un attacco «basato su informazioni di intelligence precise» ha sottolineato il portavoce. Ma le conseguenze maggiori le hanno subite civili innocenti come è quasi sempre accaduto in otto mesi di offensiva contro Hamas, in realtà contro tutta Gaza. Ieri il bilancio totale dei morti palestinesi ha superato 36.000. Mai come in queste ore appare improrogabile l’esecuzione dell’ordine dato a Israele dalla Corte internazionale di Giustizia dell’Aia di fermare subito l’offensiva contro Rafah, l’unico modo per proteggere la vita dei civili palestinesi. Gli Usa invece no hanno saputo dire altro che Israele «deve prendere ogni precauzione possibile per proteggere i civili».

Le cause dell’accaduto a Tel al Sultan sono chiare a tutti. Le esplosioni delle bombe, di grande potenza – Israele invece afferma di aver impiegato due missili con piccole testate – hanno proiettato schegge nel raggio di centinaia di metri provocando l’incendio. «Stavamo pregando… e preparando i giacigli dove dormono i nostri bambini. Non c’era niente di insolito, poi abbiamo sentito un forte boato. I bambini hanno cominciato a urlare, siamo stati circondati dal fuoco e ci siamo salvati per un miracolo», ha riferito una donna, Umm Mohammad. Parole confermate dai video che circolano in rete che mostrano un incendio furioso nell’oscurità, persone che urlano in preda al panico, giovani che cercano di rimuovere lamiere e pochi pompieri che provano a spegnere le fiamme. In precedenza, Hamas, per la prima volta da gennaio, aveva lanciato otto razzi (quasi tutti abbattuti) verso Tel Aviv e il centro di Israele. Per i palestinesi la potenza dell’attacco «mirato» israeliano a Rafah sarebbe stata una ritorsione indiscriminata ai razzi di Hamas. «Gaza è l’inferno sulla terra. Le immagini di ieri sera (domenica, ndr) ne sono l’ennesima testimonianza», ha scritto l’Unrwa (Onu) su X. Tante vittime civili non hanno fermato gli attacchi israeliani. Ieri i carri armati hanno continuato a martellare le aree centrali e orientali di Rafah uccidendo otto persone, secondo fonti locali. Nel campo di Nuseirat, nel centro di Gaza, un raid aereo ha ucciso tre agenti di polizia.

Messo sotto pressione della Corte di Giustizia e dall’altra Corte dell’Aia, quella penale che potrebbe emettere mandati di arresto per crimini di guerra contro il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant (e per tre leader di Hamas), Israele adesso pone in primo piano la sua giustizia militare, per accreditarne la presunta indipendenza nel giudicare abusi e crimini commessi da soldati e ufficiali. L’attacco a Tel al Sultan, è stato comunicato ieri, sarà indagato dal cosiddetto «meccanismo indipendente» dello stato maggiore. L’avvocato generale militare Yifat Tomer-Yerushalmi ha detto che sono in corso indagini sulla morte di palestinesi arrestati a Gaza nel campo di detenzione di Sde Teiman. Tomer-Yerushalmi ha descritto la guerra in corso come «insolita».

* Fonte/autore: Michele Giorgio, il manifesto



Related Articles

Londra, il giorno di Abramovich A processo la Russia degli oligarchi

Loading

La «causa del secolo» tra yacht, miliardi e intrighi al Cremlino

“Italia affidabile, nulla da chiedere alla Merkel”

Loading

Monti da Cameron: è la Ue che deve fare di più. Sarkozy: paghiamo l’ortodossia tedesca   Il presidente dell’Eurogruppo Juncker: “Siamo sull’orlo della recessione” 

Ieri Libia oggi Siria Difficile capire

Loading

Ieri era l’anniversario della rivolta di Bengasi che il 17 febbraio del 2011 fu l’avvio della liberazione della Libia dal regime di Gheddafi. Festa. L’altroieri Amnesty ha diffuso il suo rapporto sulla «nuova Libia». Orrore.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment