Israele usa il fosforo bianco contro i civili libanesi

Israele usa il fosforo bianco contro i civili libanesi

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Il report di Human Rights Watch. Intanto gli attacchi di Hezbollah hanno ucciso anche un soldato 39enne israelo-italiano, Rafael Kauders

 

BEIRUT. «L’uso massivo del fosforo bianco nel sud del Libano sta mettendo a grave rischio i civili e contribuendo al loro dislocamento. Human Rights Watch ha verificato l’uso di munizioni al fosforo bianco da parte dell’esercito israeliano in almeno 17 municipalità in tutto il sud del Libano dall’ottobre 2023, fra cui 5 municipalità dove le munizioni sono state usate illegalmente su aree abitate». Comincia così il report di Human Rights Watch pubblicato mercoledì. Il ministro della salute pubblica libanese ha dichiarato che al 28 maggio l’esposizione al fosforo bianco ha causato problemi ad almeno 173 persone da ottobre.

IL FOSFORO BIANCO è un’arma letale gravemente tossica e se ingerito o inalato provoca necrosi ossea. Il suo utilizzo non è consentito sui civili ed è vietato dalla Convenzione delle Nazioni unite. Molti paesi lo considerano un’arma chimica.
«Il fosforo bianco esplode a contatto con l’ossigeno dell’atmosfera e continua a bruciare fino a quando l’ossigeno non è esaurito. La sua reazione chimica può causare un calore intenso (815˚C), forte luce e fumo. Il fosforo bianco che arriva alle persone può bruciare fino a dentro le ossa. I suoi frammenti possono inasprire ferite anche dopo le cure e causare il malfunzionamento degli organi», continua il report di Hrw.

«Gli attacchi al fosforo, oltre ai danni alla salute, rendono impossibile il rientro degli sfollati. Abbiamo più volte fatto appello alla comunità internazionale, agli Stati uniti in particolare, affinché fermassero la vendita di armi al fosforo ad Israele perché potrebbero essere usate in violazione delle leggi internazionali» ha dichiarato Ramzi Kaiss, ricercatore libanese di Hrw.
La denuncia si unisce a quella di Amnesty International che, nell’ottobre scorso, aveva pubblicato un report sulle evidenze dell’utilizzo di fosforo bianco nei pressi della città meridionale di Dhayra. Anche in quell’occasione le associazioni che si occupano di tutela ambientale come Green Southerns avevano evidenziato il forte rischio di contaminazione. L’ingegnera agronoma Rahab Aouad parla di due sostanziali effetti, uno superficiale – che riguarda il danneggiamento dei raccolti e gli incendi -, e l’altro più profondo che concerne l’inquinamento della falda acquifera.

GUERRA, INCENDI, fosforo, hanno compromesso la stagione della raccolta delle olive, una delle principali attività agricole ed economiche del sud del Libano, area votata principalmente all’agricoltura, e in generale hanno bloccato ogni attività agricola.

L’ORGANIZZAZIONE internazionale delle migrazioni conta circa 100mila sfollati da una parte e altrettanti dall’altra del confine senza una data di ritorno.
La tensione al confine tra Libano e Israele, dopo un periodo di combattimenti relativamente circoscritti, è tornata altissima. Netanyahu ha visitato in settimana le truppe al confine nord. Il generale Ori Gordin, capo del Commando a Nord, ha dichiarato che «siamo preparati e pronti e quando daremo l’ordine il nemico incontrerà un avversario forte». «La nostra missione è chiara: ridare sicurezza affinché possiamo tornare a casa il prima possibile. La settimana scorsa abbiamo completato le esercitazioni per un attacco a nord (sud del Libano, ndr). Ho incontrato i comandanti: sono preparati e determinati e sono certo sapranno affrontare qualunque compito contro l’organizzazione terroristica di Hezbollah». Il governo israeliano, dato lo stallo di fatto a Gaza, potrebbe utilizzare il fronte nord come pretesto per auto-legittimarsi in un momento in cui anche l’opinione pubblica comincia a essere critica per la mancanza di piani e obiettivi, secondo l’analisi di Amos Harel su Hareetz pochi giorni fa.

NELLA NOTTE tra mercoledì e giovedì si sono intensificati i bombardamenti israeliani a pochi chilometri da Tiro. Hezbollah ha rivendicato ieri pomeriggio degli attacchi alla base israeliana di Metula e ha annunciato di aver lanciato per la prima volta missili terra-aria contro degli aerei israeliani, che fino ad ora erano riusciti a colpire solo droni. Vittima degli attacchi di Hezbollah in territorio israeliano anche un soldato israelo-italiano delle Idf, Rafael Kauders, di stanza a Hurfeish. Rimasto ferito mercoledì, è morto ieri: lo riferisce il ministri degli Esteri Antonio Tajani.
Ad Abbasiye, periferia della città libanese di Hasbaya, un incendio è stato causato da un attacco con munizioni al fosforo, da ciò che riferiscono gli abitanti.
Lo sforzo diplomatico internazionale, in primo luogo quello statunitense e francese, si sta muovendo nella direzione di una de-escalation. Secondo l’agenzia Axios, il governo americano avrebbe messo in guardia Israele contro un’offensiva in Libano che potrebbe essere «sommerso da miliziani sciiti pro-iraniani dall’Iraq, la Siria e lo Yemen». Secondo le notizie riiportate dall’agenzia, lo stesso Iran potrebbe intervenire.

L’ESTENSIONE del conflitto in Libano potrebbe ulteriormente destabilizzare la regione intera e il Paese, già messo alla prova dalla peggiore crisi economico-finanziaria della sua storia, cominciata nel 2019. Le tensioni politiche interne-, come gli scontri a fuoco del 14 ottobre 2021 a Beirut, potrebbero inasprirsi e degenerare, visto anche lo stallo politico dovuto all’assenza di un presidente della Repubblica, facendo saltare il precario equilibrio su cui si regge il Paese.

 

* Fonte/autore: Pasquale Porciello, il manifesto



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