Giornata mondiale. In Italia 170 mila rom, metà  ha la cittadinanza

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ROMA – Un numero certo sui rom, sinti e caminanti presenti in Italia non c’è. Lo dice chiaramente l’ultimo “Rapporto conclusivo dell’indagine sulla condizione di rom, sinti e caminanti in Italia”, stilato dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica e approvato il 9 febbraio 2011. Non è un problema soltanto italiano, i dati mancano un po’ ovunque in Europa. Non si hanno informazioni certe sul livello di istruzione e di disoccupazione, sull’aspettativa di vita e sulla mortalità  infantile, sulla situazione abitativa e sul tasso di disoccupazione, sulla percentuale di stranieri e apolidi e sull’accesso ai servizi sociali, sanitari e di welfare, sui redditi o il grado di integrazione. Si possono fare soltanto stime, che spesso oscillano anche di diverse migliaia. L’ultima ufficiale riportata dal Rapporto del Senato è quella del ministero dell’Interno, dell’aprile 2006, in cui si afferma che “i risultati, pur non potendo essere considerati dal punto di vista statistico un censimento dettagliato, offrono comunque una stima numerica di circa 140 mila presenze totali di Rom, Sinti e Caminanti”. Un dato confermato, spiega il rapporto, anche dalla Comunità  di Sant’Egidio, che stima una presenta di 130 mila persone, e dall’Anci che parla di 130/150 mila presenze.

Tuttavia, secondo alcune associazioni il dato è sottostimato. Secondo l’Unirsi (Unione nazionale e internazionale dei rom e dei sinti in Italia) e l’Opera Nomadi è più realistica una presenza intorno ai 170 mila individui (dato confermato anche dal Consiglio d’Europa), tenendo conto, spiegano le due associazioni, di quanti preferiscono non esplicitare la propria appartenenza a gruppi rom, sinti e caminanti. Una oscillazione, spiega il rapporto, che non muta di tanto la percentuale sulla popolazione italiana attestandosi allo 0,2%, una delle più basse d’Europa. Dei circa 150 mila, circa la metà  avrebbero la cittadinanza italiana mentre l’altra metà  è proveniente principalmente dai Balcani e dalla Romania. Le città  che accolgono il maggior numero di rom sono Roma, Milano e Napoli, dove il censimento effettuato nello scorso 2008 e riportato dal ministero dell’Interno ha contato 12.346 persone, delle quali 5.436 minori con tasso di scolarizzazione molto basso. Circa 7mila i censiti solo a Roma. Anche in questo caso, infatti, il dato che riguarda la capitale sarebbe sottostimato poiché il censimento ha riguardato soltanto gli abitanti dei campi rom, mentre secondo quanto afferma l’Opera nomadi, la popolazione rom, sinti e caminanti potrebbe raggiungere anche le 20mila presenze.

Una particolarità  delle comunità  rom, sinti e caminanti, infine, è quella che riguarda il numero di minori. Secondo le stime di Opera Nomadi riportate dal Rapporto al Senato, queste comunità  “sono caratterizzate dalla presenza di un’alta percentuale di minori”. Il 60% della popolazione, prosegue l’Opera Nomadi, ha meno di 18 anni, e di questi il 30% ha un’età  tra gli 0 e i 5 anni, il 47% ha dai 6 ai 14 anni e il 23% tra i 15 e i 18 anni. Poco distanti i dati raccolti dalla Croce rossa italiana e citati nel rapporto secondo cui il 53,37% delle persone censite proprio dalla Cri ha fino a 20 anni di età , di cui il 29,26% ha meno di 11 anni, il 42,52% meno di 16, mentre appena il 6,32% appartiene alla fascia di età  tra i 50 e i 60 anni e solo il 2,81% ha più di 60 anni. (ga)

 

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