Parmalat, Parigi tende la mano “Non c’è alcuna campagna d’Italia”

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MILANO – Non solo politica estera ed immigrazione, ma anche tanta economia. L’incontro bilaterale di martedì a Roma, tra Francia e Italia partirà  proprio dalla finanza e dalle tante partite aperte sul tavolo. Da Parmalat a Edison passando per Bulgari. E da Parigi iniziano le prove di dialogo: «Non c’è alcuna campagna d’Italia – dice all’Ansa una fonte dell’Eliseo vicina al presidente Nicolas Sarkozy -. Si tratta solo di maggiore visibilità  perché le nostre imprese sono più grandi, mentre globalmente non ci sono squilibri». Come a dire che è una questione solo di dimensioni differenti perché gli investimenti francesi in Italia ammontano a 30 miliardi, la stessa cifra di quelli nostrani nell’Esagono: «È diverso lo schema – continua la fonte – da noi ci sono grosse imprese, in Italia sono di media dimensione». E in effetti i dati dell’agenzia francese per gli investimenti internazionali sono chiari: nel 2010 la spesa diretta estera in Francia ammontava a 57,4 miliardi di dollari con il 35% degli investimenti italiani in Europa diretti proprio Oltralpe. E ancora, in Francia la spesa estera vale il 42% del Pil, solo il 19% in Italia che però ha 1850 imprese proprio all’ombra della Torre Eiffel. Insomma in vista del vertice di martedì, la Francia prova a giocare la carta del dialogo, sottolineando prima la reciprocità  poi ricordando – con fermezza – «la progressiva integrazione delle economie europee». Non sarà  quindi un incontro semplice, a cominciare dal dossier Parmalat. Palazzo Chigi chiederà  a Sarkozy di mediare con Lactalis, i francesi che hanno il 29% di Collecchio e non vogliono mollare la presa, sbarrando così la strada alla cordata italiana capitanata da Intesa Sanpaolo e Cassa Depositi e Prestiti. E mentre il governo prepara le sue carte ieri è scoppiato il caso Granarolo. Gli emiliani vogliono essere il cuore industriale dell’operazione e chiedono di essere coinvolti subito nella cordata pur non avendo la liquidità  necessaria. Vorrebbero quindi essere finanziati dalle stesse banche che partecipano all’operazione per poi rimborsare il prestito attraverso il conferimento, che vogliono garantito, di Granarolo in Parmalat. Mentre la Cdp, pretende poteri di governance equivalenti all’impegno finanziario. Martedì poi si parlerà  anche della scalata Lvmh a Bulgari e dell’interesse Groupama per Fonsai, ma più d’attualità  sarà  la questione Edison con Edf che detiene il 50% del capitale. Lo stesso giorno, infatti, si riunirà  l’assemblea degli azionisti del gruppo di Foro Buonaparte per il rinnovo (per un solo anno) del cda che vedrà  l’uscita dell’ad Umberto Quadrino sostituito dal francese Bruno Lescoeur. Entro il 15 settembre, quindi, si chiuderà  la partita del riassetto, “congelata” a marzo dopo l’intervento di Tremonti.


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