La liberazione dei Rom

Loading

 Nel pomeriggio del 22 aprile 2011, duecento rom si sono rifugiati nella Basilica per trascorrere almeno la notte al coperto dalle persecuzioni spietate del fascismo contemporaneo. E oggi 25 aprile, a poche centinaia di metri di distanza, a Porta San Paolo, dove cominciò la Resistenza, si ricorda il giorno in cui ci liberammo della banda Koch e dei suoi mandanti, e si prende atto del fatto che non ci siamo ancora liberati dei suoi epigoni. Anzi. Scriveva T. S. Eliot che aprile è il mese più crudele, e la città  di Roma con le sue istituzioni lo prende alla lettera:mille Rom in una settimana («santa») sbattuti fuori dai campi distrutti; aggressioni verbali impunite a una coppia lesbica in pieno centro; insulti a una deputata disabile in parlamento; isterismi per l’arrivo di duecento tunisini di una città  di tre milioni di abitanti (pronta peraltro ad accogliere centinaia di migliaia di pellegrini adoranti e paganti per i quali c’è sempre posto). Un titolo dell’Espresso nel ’55 parlava di «capitale corrotta, nazione infetta»: alla vigilia di questo 25 aprile, Roma di Alemanno è la degna capitale di un’Italia che ha dimenticato come è nata e perché. Ma esiste una memoria dei luoghi che va oltre la memoria delle persone, e oggi San Paolo la rappresenta. Forse i perseguitati di oggi non sanno la storia dei perseguitati del 1944, ma in parte la ripetono: come al tempo delle leggi razziali e della cacciata dal centro dei ceti popolari, sono espulsi da una città  arrogante e devota che celebra i propri fasti facendo sparire i poveri e gli emarginati. Perciò, entrando nella Basilica, i Rom non hanno solo cercato dove passare la notte: hanno compiuto un atto politico di resistenza, affermando l’insopprimibilità  dei diritti umani e la loro presenza attiva di soggetti nella storia. La Resistenza che ricordiamo oggi ha avuto lo stesso significato. Diceva Maria Teresa Regard, partigiana combattente: io a Porta San Paolo non ci sono andata perché me l’ha detto il partito ma perché era giusto andarci. La Resistenza è stato il momento in cui una generazione abituata ad essere sudditi e a lasciar fare i potenti smette di ubbidire e riprende in mano la propria storia. La nostra Costituzione, che ai potenti è sempre parsa intollerabile, nasce da lì: immagina e costruisce una cittadinanza attiva e partecipe, non un popolo governabile ma un popolo che governa. I Rom nella Basilica oggi, i combattenti di Porta San Paolo allora,mettono tutti, istituzioni e cittadini, davanti alla responsabilità  delle proprie azioni. Questo 25 aprile, contiguo alla Pasqua e al 1 maggio, ci ricorda che sì, aprile è un mese crudele, ma che il nostro aprile finì con una vittoria e con una festa. Riproviamoci: dipende da noi.


Related Articles

Migranti. La Fortezza Europa ora trasforma le frontiere in prigioni

Loading

Il Patto su immigrazione e asilo diventa legge europea. Anche i minori potranno essere trattenuti nei centri. La denuncia delle Ong. Voto favorevole dell’Italia, contrario su diversi dossier il voto dell’Ungheria, della Slovacchia e della Polonia

Subito corridoi umanitari per i minori non accompagnati

Loading

Diritti umani . Cambiare le leggi, italiane ed europee, ma soprattutto garantire un’accoglienza salubre e protetta

In aumento gli omicidi dei transessuali nel mondo

Loading

I dati dell’ultimo aggiornamento del progetto Trans Murder Monitoring: 1.123 casi, ma è solo la punta dell’iceberg. La maggior parte in America centrale e Sudamerica. E gli attivisti ormai parlano di ”transcide”

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment