Attentato in un bar a Marrakech. Almeno 15 morti.

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 MILANO – Ha fatto almeno 15 morti e una ventina di feriti, ma il bilancio è tuttora provvisorio, l’attentato in un bar nella piazza principale di Marrakech, opera, dicono fonti della polizia, di un kamikaze. L’esplosione avvenuta in mattinata (poco prima delle 13 in Italia) nel caffè Argana sarebbe dunque «conseguenza di un attentato terroristico» e a confermarlo è stato il ministero dell’Interno di Rabat, parlando in un secondo momento di «atto criminale». «Stiamo indagando sulla possibilità  che l’esplosione possa essere di matrice terroristica» avevano dichiarato poco prima membri delle forze di sicurezza marocchine. «Il kamikaze ha ordinato un’aranciata e pochi minuti dopo si è fatto saltare in aria», ha raccontato un testimone che è scampato all’esplosione. Ma secondo un altro testimone, citato da diverse radio marocchine, una persona avrebbe lasciato una valigia all’interno del locale prima di allontanarsi, episodio che farebbe cadere l’ipotesi di un attentato suicida.

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4 BOMBE A GAS – Una fonte della polizia ha spiegato che nel caffè del centro di Marrakech sono esplose contemporaneamente quattro bombe a gas, contenute forse nella valigia dell’attentatore, che hanno danneggiato tutto il primo piano del locale da cui i clienti erano soliti ammirare la celebre piazza della città  marocchina Jamaa el Fna. L’esplosione, ha riferito Al Arabiya, è stata «molto potente» e vi sono brandelli di corpi sparsi per un ampio raggio. «Abbiamo trovato chiodi e pezzi di ferro nei corpi delle vittime», ha rivelato una fonte dell’ospedale di Marrakesh al sito marocchino Hespress.

«NESSUNA VITTIMA ITALIANA» – Tra i morti ci sarebbero almeno undici stranieri e tra questi sei francesi e un britannico. Non ci sono al momento notizie di vittime italiane, stando a quanto comunicato da fonti della Farnesina. Il presidente francese Nicola Sarkozy ha condannato l’attentato, parlando di un atto «vile, odioso e crudele». Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha espresso «sgomento per il barbaro assassinio».


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Qualche osservazione. Prima. Dunque l’assassinio del nemico non è un opzione perseguita dalla sola Israele ma dalle Nazioni Unite e da queste trasmessa alla Nato nell’accordo di tutti i governi. Giovedì sera, nel caos di informazioni e disinformazioni sulla fine di Gheddafi, una cosa era certa, che Gheddafi è stato catturato, ferito, trascinato per strada, linciato e, già  coperto di sangue, ucciso. Dai ribelli, con la benedizione del loro comando e il “via” della Nato e dell’Onu.

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