Scuola, l’inganno delle assunzioni. Bastava il piano 2008

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Gli annunci del Governo sulle migliaia di assunzioni nella scuola sono solo propaganda elettorale: nel decreto sviluppo non è indicata alcuna cifra, e comunque i 30mila docenti in tre anni annunciati a voce dal ministro coprirebbero a malapena i 29mila pensionamenti del primo anno!
L’unica certezza per il prossimo anno scolastico è la terza tranche di taglidell’impietosa mannaia della legge 133/08 (19.700 insegnanti e 14.500 Ata in meno) e il calo di investimenti nell’istruzione fino al magrissimo 3,2% del Pil stabilito dal Def di Tremonti che ci metterà  fuori dall’Europa.
Assorbire i precari e non crearne mai più era il programma del governo di centrosinistra: un piano di emergenza per sistemare l’eredità  della Moratti (ultimo concorso: Berlinguer 1999) in vista di un nuovo e più razionale reclutamento futuro. Quando nel 2008 il centrosinistra è caduto, solo metà  dei 150mila docenti e 30mila Ata previsti erano stati assunti; poi il duo Tremonti-Gelmini ha bloccato il piano. Lega e PdL hanno cancellato più di 80mila insegnanti dall’organico senza bandire concorsi né varare nuove modalità  di reclutamento. Tre anni di malgoverno e tagli hanno bloccato l’ingresso anche ai neolaureati là  dove le graduatorie erano esaurite, producendo il paradosso, richiamato anche da Bersani, che nei prossimi 3 anni, in 64 province, andranno esaurite le graduatorie di materie tecnico-scientifiche, proprio quelle in cui i ragazzi sono deboli nei raffronti internazionali. Non basta. Nel2009 Gelmini ha varato un provvedimento incostituzionale; oggi i nodi vengono al pettine e i ricorsi potrebbero costare più del piano bloccato nel 2008. La Ministra parla di bidelli più numerosi dei carabinieri (ma le scuole sono più delle caserme) e di presidi che chiedono soldi alle famiglie (ma lei taglia fondi agli istituti), mentre la massa dei precarinon diminuisce e ai giovani laureati è negato ogni diritto alla formazione e al reclutamento.
Se la Gelmini non avesse interrotto il piano di assunzioni da noi previsto, quasi tutti i precari sarebbero ormai in ruolo e oggi potremmo pensare al futuro della scuola parlando di altro. È il blocco di quel piano che ha trasformato ogni discorso sulla scuola in un discorso sui precari.
È il blocco di quel piano che hatrasformato la differenza fra «coda» e «pettine» in una questione di vita o di morte. È semplicemente impossibile riparare i cocci del Governo Pdl-Lega a risorse invariate. Senza una robusta ripresa delle assunzioni nella scuola e la ripresa del cammino di riforma avviato dal centrosinistra, qualunque soluzione sarà  iniqua per qualcuno, e soprattutto sarà  iniqua per la qualità  della scuola statale e per l’Italia tutta.


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