Consiglio di sicurezza Onu Roma con 120 voti sfida Berlino

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ROMA – In un drammatico ritardo nell’evoluzione del suo sistema politico interno, l’Italia continua invece a guidare il tentativo di ridisegnare le regole che fanno funzionare il “governo del mondo”: le Nazioni Unite. 

È una lunga battaglia: da una parte un gruppo di paesi, il “G4” (Germania, Giappone, Brasile, India), che da anni premono per allargare il Consiglio di Sicurezza per poterci entrare dentro loro. Dall’altro i paesi di “Uniting for Consensus”, guidato da stati come l’Italia contrari a questo “quick fix”, innanzitutto per questioni di rivalità  diretta, ma poi più nobilmente per cercare di creare all’Onu un meccanismo che sia più democratico e meno ancorato alla legge delle superpotenze vincitrici della Seconda guerra mondiale.
Domani in questo lungo campionato si gioca una partita importante a Roma: alla Farnesina si incontrano i ministri degli Esteri e gli inviati di circa 120 paesi orientati a favore (o semplicemente non ostili) alle posizioni di “Uniting for consensus”. E solo il fatto che a Roma si ritrovino un numero così alto di paesi contrari o perplessi all’allargamento rapido lascia sperare bene i partigiani che non vogliono il semplice allargamento del Consiglio di sicurezza ai quattro. 
In questi anni l’Italia ha inventato alleanze, ha trovato compagni di viaggio di ogni genere in questa sua partita. A partire dalla Cina, al Pakistan, al Messico, alla Spagna, all’Egitto, tutto e tutti per fermare il “quick fix”. Ormai da mesi dalla fase del boicottaggio si è passati a una fase di proposte che dovrebbero servire a disegnare un Cds che rappresenti meglio il peso e il ruolo di tutti i paesi membri dell’Onu.
Alla riunione di Roma un argomento centrale di discussione sarà  proprio la proposta di riforma presentata dal governo della Colombia assieme all’Italia: seggi a rotazione più lunga assegnati magari a organizzazioni regionali come Ue e Unione africana. Alla Farnesina entreranno gli inviati di 120 paesi, il 30 per cento in più rispetto alla prima riunione plenaria convocata nel 2009 sempre a Roma alla vigilia dei negoziati intergovernativi all’Onu. Fra l’altro un terzo delle delegazioni arriverà  dall’Africa, che è il vero serbatoio di voti e di consenso che l’Italia e i suoi alleati si contendono con il G4. «L’accelerazione nella decisione di convocare questa riunione è arrivata dopo il tentativo di forzare i giochi fatto dal G4 in febbraio a New York», dice una fonte del ministero degli Esteri che segue il negoziato: «In una settimana i Quattro hanno raggiunto 40 firme alla loro proposta di allargare semplicemente il Consiglio di Sicurezza con altri seggi». Cina e “Uniting for consensus” sono stati i primi ad opporsi, seguiti da Russia e Stati Uniti, mentre Francia e Gran Bretagna sostengono le richieste della Germania e degli altri 3.


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