Tripoli, la rotta maledetta uno su dieci non ce l’ha fatta
ROMA – Cambiano le rotte, cresce il numero delle vittime. Un morto ogni undici migranti: eccolo il tragico bilancio dei viaggi della speranza sulla rotta Libia-Lampedusa. Il Mediterraneo continua a ingoiare corpi: una strage senza precedenti. Dall’inizio del 2011 sono almeno 1.615 i nomi che mancano all’appello, nel canale di Sicilia. Una conta in continuo aggiornamento, che supera anche l’annus horribilis del 2008 (precedente alla politica dei respingimenti), quando si contarono 1.274 vittime, a fronte di 36mila arrivi in Sicilia. E tutto questo senza contare i naufragi fantasma, i cui numeri resteranno sempre ignoti. A fotografare la tragedia è l’osservatorio Fortress Europe, che monitora costantemente le notizie sulla stampa internazionale, relative alle vittime dell’emigrazione nel Mediterraneo: «Dal 1994, nel canale di Sicilia sono morte almeno 5.903 persone, lungo le rotte che vanno dalla Libia (Zuwarah, Tripoli e Misratah), dalla Tunisia (Sousse, Chebba e Mahdia) e dall’Egitto (in particolare la zona di Alessandria) verso le isole di Lampedusa, Pantelleria, Malta e la costa sudorientale della Sicilia. Ma anche sulle rotte dall’Egitto e dalla Turchia, alla Calabria. Più della metà (4.572) sono i dispersi. Altri 189 giovani sono annegati navigando dalla città di Annaba, in Algeria, alla Sardegna». L’anno peggiore? Senza dubbio il 2011: tra morti e dispersi sono già scomparse nel canale di Sicilia almeno 1.615 persone. La tragica conta comincia l’11 febbraio scorso, col naufragio di un vecchio peschereccio al largo di Zarzis in Tunisia (circa 40 gli immigrati dispersi, quasi tutti presumibilmente morti) per arrivare agli oltre 200 dispersi di ieri, sempre a largo dalle coste tunisine. Nel 2011 nel canale di Sicilia si sono incrociate due rotte: una dalla Tunisia, l’altra dalla Libia. La prima si è aperta all’inizio dell’anno, con numeri altissimi, per poi ridursi progressivamente dopo l’accordo con le autorità tunisine sui rimpatri forzati. La rotta dalla Libia si è aperta invece nelle ultime settimane, con sbarchi via via crescenti, gestiti direttamente dagli uomini del morente regime libico. Dall’inizio dell’anno sono sbarcate circa 15mila persone dalla Libia e 25mila dalla Tunisia. Eppure di quei 1.615 morti solo una minoranza è annegata sulla rotta tunisina. Mentre – sono i calcoli di Fortress Europe – sulla rotta libica i morti sono 1.221. Tradotto: nei viaggi dalle coste libiche muore un migrante su undici.
Related Articles
I veri turchi siamo noi
Il fatto è che il Sultano, islamista moderato, è anche il baluardo sud dell’Alleanza atlantica che tace su ogni repressione dei diritti civili in Turchia. Se la Turchia fosse investita da una legittima rivolta democratica, L’Unione europea sarebbe persa
Il corteo dei disabili con le sedie a rotelle «Più aiuti e diritti»
Autoconvocati con i social network
Mastrogiacomo, voci sul rilascio
Fonti talebane, citate dalla Reuters: «È stato liberato». La Farnesina frena: «Aspettiamo conferme, non è in mani italiane» Ore decisive