Fukushima fa cambiare idea anche ai francesi il 77% contro l’atomo

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Il sondaggio realizzato dall’Ifop sembra inappellabile: il 62% dei francesi auspica un’uscita dal nuleare nell’arco di 25-30 anni, mentre il 15% chiede un arresto rapido delle centrali. Un risultato che imbarazza tutti: l’industria atomica e Edf, una lobby potentissima che da 40 anni almeno ha imposto il nucleare come un dogma, sia per i posti di lavoro che assicura sia per l’indipendenza dal petrolio; il governo, che continua a credere nell’atomo, malgrado il 55% degli elettori di centro-destra si sia pronunciato per le energie alternative; l’opposizione di sinistra, maggioritariamente filo-atomo, ma ormai costretta a fare i conti con i Verdi, che pongono come condizione a un accordo elettorale nel 2012 la fine del nucleare. Il sondaggio ha provocato una levata di scudi a destra: i consiglieri dell’Eliseo puntano la difesa sui prezzi («le rinnovabili costano il quadruplo», dicono). L’opposizione è prudente, con l’eccezione di Ségolène Royal: «60 mila pale eoliche equivalgono alle centrali atomiche».


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