Il Fondo cambia le regole Lagarde firma un “contratto etico”

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Al nuovo direttore, Christine Lagarde, la banca dei prestiti più grande del mondo chiede esplicitamente un comportamento «ai più alti standard della condotta etica». Sottolineando, certo, i valori di «integrità , imparzialità  e discrezione». Ricordando, siamo mica in Italia, che non verranno tollerati i conflitti di interessi. Ma stabilendo soprattutto che il direttore del Fondo deve anche evitare «di apparire in maniera inappropriata», evidenziando quindi per la prima volta i termini della sua «condotta» pubblica.
Lo scandalo di Dominique Strauss-Kahn si ripercuote ancora una volta ai vertici del Fondo, scosso dall’arresto per stupro del suo direttore costretto alle dimissioni il 28 maggio scorso. La nuova direttrice, anche lei francese, ha dovuto sottoscrivere un contratto compilato sulla falsariga delle versioni precedenti. Tranne per uno dei tradizionali 8 articoli. Il «punto 2» è stato infatti completamente rivisto e aggiornato: proprio alla luce dello scandalo sessuale che ha travolto il suo concittadino. A differenza del predecessore, dunque, la signora Lagarde Christine dovrà  non solo agire ma anche «apparire» diversamente.
Un sacrificio che per la verità  il Fondo ripaga anche con un robusto aumento di stipendio. Dai 420.930 dollari che cinque anni fa costituivano i compensi del direttore si passa a 467.940 annui. Non solo. Anche i benefit sono aumentati: le spese che Dsk doveva contenere in 75.350 dollari sono adesso balzate a 83,760 dollari. Sempre all’anno, sempre netti. «Il contratto fa esplicitamente menzione ai più alti standard etici richiesti», dice William Murray, il portavoce del Fondo. Di più: la direttrice dovrà  anche sottoporsi a speciali corsi si aggiornamento etico. Oggi Lagarde spiegherà  come intende guidare la superbanca, che dovrà  aprirsi ai paesi emergenti che fino alla fine avevano preteso per loro quella poltrona. Che non si sarebbe liberata così in fretta se il suo predecessore avesse dovuto rispettare quei «comportamenti» che oggi un contratto mette per iscritto.


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