La Liguria devastata dai nubifragi frane e fiumi in piena: 4 morti, 6 dispersi

Loading

GENOVA – A mezzanotte il dubbio diventa certezza: quattro morti e sei dispersi. E’ la tragedia che si aggiunge alla devastazione dei luoghi, dalla Liguria alla Toscana. Autostrada, Aurelia e ferrovia interrotte, le viuzze dei paesi delle Cinque Terre trasformate in vere e proprie rapide con l’acqua che sfiora i primi piani delle case e a Monterosso trascina le auto come fossero foglie, decine di evacuati a Fiumaretta ed Ameglia in previsione della piena del fiume Magra, e poi il solito manto di fango che diventa il colore della disperazione e della resa del cemento alla natura. A Borghetto Vara crollano due case: una ragazza viene estratta viva, per le altre – tre – non c’è nulla da fare. Non è tutto: si teme anche per altre persone: si tratterebbe di tre turisti arrivati con un gruppo a Vernazza, nelle Cinque Terre, e che sarebbero stati trascinati via dalla piena del torrente Vernazzola, ma al momento sono dispersi. La quarta vittima è a ad Aulla (Massa Carrara), dove una donna è stata trovata nella notte in un’auto rovesciata e travolta dall’acqua, un’altra risulta dispersa.
La provincia della Spezia ieri è stata sfigurata da un nubifragio violentissimo e da una terribile minaccia: l’esondazione del fiume Magra. Appena una settimana fa Legambiente aveva dichiarato che il 98% del territorio ligure è ad altissimo rischio idrogeologico. E ieri lo spezzino si è sgretolato sotto il diluvio. Costoni di collina liquefatti hanno letteralmente spezzato le comunicazioni sia verso Genova che verso la Toscana. E proprio in Versilia la situazione si è aggravata in serata con lo spostarsi della perturbazione. La Protezione Civile ieri sera ha invitato i cittadini de La Spezia a «non uscire di casa, specie in Val di Vara e sulla costa in direzione Genova». A Brugnato, una delle zone più colpite, sono caduti in un’ora 145 millimetri di pioggia e «lo scorso anno a Sestri Ponente devastata dall’alluvione erano stati 120» spiega l’assessore regionale all’ambiente, Renata Briano.
Ponti franati, frazioni isolate, interi paesi senza luce e gas per guasti alle reti, comunicazioni telefoniche impossibili per ore, negozi e case allagateIn giornata si era invece temuto per un camionista intrappolato con gamba rotta all’interno del suo Tir, investito da una frana sull’autostrada A12 all’altezza di Carrodano. Vigili del fuoco e soccorritori del 118 hanno lavorato a lungo ed in condizioni impossibili per estrarlo e portarlo all’ospedale. A Beverino la protezione civile ha salvato con le barche un gruppo di persone che, a causa dell’esondazione del Vara, era rimasto isolato su una collinetta. A causa della chiusura dell’autostrada e della paralisi ferroviaria moltissime persone non hanno potuto raggiungere abitazioni o posti di lavoro. Molti nuclei famigliari sono rimasti separati. Il sindaco di La Spezia, Federici, ha allestito per la notte il Palazzetto dello Sport e al Centro anziani. Le ferrovie hanno contattato gli alberghi per ospitare i passeggeri rimasti bloccati in stazione.
In serata la protezione civile era ancora in massima allerta per il Magra. Lungo il corso d’acqua sono state evacuate centinaia di persone e in particolare alla foce, proprio dove è prevista la contestatissima realizzazione di un enorme porto turistico per mille barche e insediamenti. Ma in queste ore sono altre le priorità . Il presidente della Provincia Marino Fiasella, bloccato in auto per tutto il pomeriggio a Deiva Marina, chiede lo stato di calamità  per il suo territorio: «E’ una guerra, ci vuole l’esercito».


Related Articles

L’America dice addio alle sue dighe “Sono care e dannose per l’ambiente”

Loading

Simbolo obsoleto del XX secolo: resisteranno solo quelle efficienti.  Distrutte 925 dighe, molte negli ultimi anni. Resuscita il business della pesca e del turismo 

L’addio di Fiat a Confindustria “Ha firmato patto anti-flessibilità ”

Loading

Marcegaglia: “Una motivazione che non sta in piedi”.  A Mirafiori un Suv a marchio Jeep, incognite sul modello Alfa Giù le vendite auto 

Dalla nevicata al crollo del Pincio così la cultura del piagnisteo degrada la Roma di Alemanno

Loading

Il muro del Pincio è infatti il muro della modernità , non le rovine e le vestigia delle mura aureliane che continuano a sgretolarsi, sasso su sasso, dopo il disastro del 2007, ma i mattoni dell’architetto Valadier, pietre lavorate e disegno, i confini belli normali e solidi della città  viva, il simbolo dell’eleganza e del garbo dei romani, la scena
della bella époque italiana, dei primi baci, delle fughe adolescenziali, delle poesie di Pascarella e degli struggimenti di D’annunzio: «L’autunno moriva dolcemente».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment