Israele pronto all’attacco

Loading

Cresce l’allarme internazionale, anche se l’amministrazione Obama, con la storia presumibilmente inventata di sana pianta del «complotto iraniano per uccidere l’ambasciatore saudita a Washington», più che la parte del pompiere fa la parte del piromane. Crescono anche le voci che invitano alla prudenza. Dalla Germania alla Cina, che chiedono «flessibilità » all’Iran (e a Israele?) e una soluzione diplomatica per evitare una nuova crisi in Medio Oriente al cui confronto quella della Libia sarebbe quisquilie.
In Israele i giornali non fanno che ripetere che il premier Netanyahu e i ministri degli esteri e della difesa Lieberman e Barak hanno deciso l’attacco ma devono ancora convincere gli altri ministri del «gabinetto di sicurezza» (in tutto sono 7) e i capi o ex capi militari e dei servizi che temono possa finire male. Ieri il sito del quotidiano Haaretz ha riportato le dichiarazioni di un anonimo funzionario militare Usa secondo cui Obama teme che Israele possa attaccare senza avvertirlo, cosa che prima, quando gli Usa erano gli Usa, era impensabile. Da parte iraniana – dopo gli ammonimenti sulle conseguenze, «anche per gli Usa» di un attacco israeliano, del capo di stato maggiore delle forze armate, Hassan Firouzabadi – ieri c’è stata l’implicita risposta della Guida suprema Ali Khamenei: l’Occidente, gli Usa e «l’entità  sionista» non sono mai stati così deboli. Ora l’attesa è concentrata sul prossimo rapporto dell’Aiea, di qui a pochi giorni, che darebbe conto dei «sospetti» fini militari del programma nucleare dell’Iran. Il ministro degli esteri, Ali Akbar Salehi, ha scritto una lettera all’Onu per denunciare «il complotto» contro la Repubblica islamica e mettere in dubbio «l’imparzialità » dell’Aiea. Brutta aria.


Related Articles

Ecatombe a Parigi, più di 140 morti in diversi attentati

Loading

Francia. Ecatombe a Parigi a poche settimane dalle elezioni amministrative e dalla conferenza mondiale sul clima dell’Onu COP21. Diversi attacchi simultanei nella capitale francese. Oltre 140 le vittime. Hollande decreta lo stato d’emergenza e la chiusura delle frontiere

Il bunker, i messaggi: le ultime ore del Colonnello

Loading

Il Raìs ha escluso la resa, ma potrebbe avere un piano B: un salvacondotto per l’estero

Comincia Ginevra. Putin: «Via la maggior parte delle truppe»

Loading

Siria. Primo incontro tra governo e Onu, Damasco presenta la propria exit strategy. Sul negoziato aleggia il fantasma di Assad ma le parti sembrano piegate al volere degli sponsor internazionali, mossi da mire neocoloniali

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment