“Troppo stress” e spuntano gli anti-natalisti
Se detestate il Natale siete forse cattivi, ma di certo in buona compagnia. Forse perché la crisi morde e non è un Natale lieto, in Francia si fanno sentire quelli che proprio non amano l’albero, aborriscono i cenoni, odiano gli auguri, non sopportano Bing Crosby e, insomma, se potessero concierebbero le Feste per le feste.
Lo conferma il successo editoriale del Natale 2011, un librino che si è venduto talmente bene che adesso è in ristampa. Il suo autore è Robert Benchley (1889-1945), oggi quasi dimenticato o ricordato solo perché era un amicone di Hemingway, ma che fu un grande reporter di «Vanity Fair» e del «New Yorker». Il titolo del suo bestseller postumo dice tutto: «Pourquoi je déteste Noà«l», «Perché detesto il Natale». In dodici raccontini ecco rosolati peggio del cappone tutti i più melensi luoghi comuni delle festività . Babbo Natale finisce in padella, e con tutte le renne.
Il «Parisien», dal canto suo, ha pubblicato una pagina di testimonianze degli, chiamiamoli così, antinatalisti. C’è chi parte per mete esotiche solo per sottrarsi al tour de force dei cenoni e chi dice che, dopo la morte di una persona cara, Natale non è più Natale, o lo è meno. I soliti esperti pre^t-à -penser ci riflettono sopra. Jean Viard, sociologo delle vacanze, nota che il Natale è come «un compleanno universale», dunque tempo di bilanci che non tutti hanno voglia di fare. Isabelle Barbanti, psicoterapeuta, spiega che «questa festa rinvia alla famiglia, dunque alla propria infanzia che si è vissuta più o meno bene».
E questo è il punto. Se il Natale è la festa della famiglia, il problema di molti francesi è che di famiglie ne hanno più d’una. Attualmente, dall’altra parte delle Alpi un matrimonio su tre finisce in un divorzio e un milione e 600 mila figli vivono con un genitore che si è risposato. Il «Nouvel Observateur» ha pescato e intervistato una cinesiterapista di 46 anni, Bérénice, che ha quattro figli da due matrimoni. E, fra il marito e i figli suoi, la moglie del suo ex marito e i loro figli e i figli dei matrimoni precedenti delle mogli del suo ex marito, totalizza sei cenoni, arrivando al 26 non solo stremata ma anche, si suppone, ingrassata.
Un esempio perfetto è quello della prima famiglia di Francia. Con le sue varie mogli, Nicolas Sarkozy il Natale l’ha sempre celebrato all’estero, nel 2007 in Egitto, nell’8 in Brasile, nel ‘9 e nel ‘10 in Marocco. Quest’anno, con la crisi che imperversa, molto compreso nel ruolo di Presidente che tiene saldo il timone nella tempesta, Sarkò ha deciso di restare a Parigi. Sarkò festeggierà a casa di Carlà con i due figli del primo matrimonio, Pierre e Jean (a sua volta padre di un bimbo e in attesa di un altro), e quello del secondo, Louis, che vive a New York.
Non è chiaro se ci sarà anche il primo figlio di Carlà , Aurélien Enthoven, ma certamente la baby Giulia, al suo primo 25 dicembre. Almeno, ecco qualcuno che del Natale non si è ancora stufato.
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