Nuove norme sulla concorrenza Si chiameranno «legge Monti»

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ROMA — Si ripartirà  dalla legge sulla concorrenza. Quella che dovrebbe essere presentata ogni anno e che nel 2011 è saltata per i dissidi interni e la scarsa convinzione del governo Berlusconi. Adesso, invece, con l’ex commissario europeo per la concorrenza, Mario Monti, a Palazzo Chigi e l’ex presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà , sottosegretario alla presidenza del Consiglio non sorprende che la legge sulla concorrenza diventi una priorità . Dovrebbe essere varata entro gennaio. Recepirà  le richieste di maggiore apertura dei mercati che vengono dalle diverse Authority di settore: antitrust, energia, assicurazioni, lavori pubblici. Le liberalizzazioni toccheranno anche i trasporti, dove potrebbe essere messo in discussione il contratto unico di settore, la distribuzione dei carburanti, per impedire ogni cartello sui prezzi, le professioni, col definitivo superamento di ogni forma di tariffa minima e una decisa apertura alla concorrenza, i servizi postali. E potrebbe essere questa stessa legge Monti ad affrontare nuovamente il tema della liberalizzazione dei taxi e della vendita dei farmaci di fascia c nelle parafarmacie. Punti, come i precedenti, sui quali resta fortissima l’opposizione delle categorie interessate. 
Non ci sono risorse, riforme a costo zero
Ma il presidente del Consiglio sembra deciso a dare su questo fronte un segnale serio, che sarebbe poi quello più forte per spingere la crescita, non potendo contare l’esecutivo su risorse fresche da stanziare. La crisi resta grave sui mercati finanziari e nell’economia reale, come testimoniano le previsioni di secca recessione del prodotto interno lordo nel 2012. Nel consiglio dei ministri di ieri di tutto questo si è parlato, si è preso atto della scarsa disponibilità  di liquidità  per rilanciare l’economia e si è quindi deciso di puntare tutto o quasi su liberalizzazioni, semplificazioni e altre riforme a costo zero che però dovrebbero avere un grande impatto sull’economia, come per esempio la riforma della giustizia civile che il ministro, Paola Severino, dovrebbe mettere a punto allo scopo di ridurre drasticamente i tempi dei processi civili. Una giustizia più veloce toglierebbe infatti di mezzo uno degli argomenti che le imprese straniere spesso utilizzano per spiegare perché non investono in Italia, lamentando appunto la lentezza e l’inefficienza del contenzioso civile.
Infrastrutture, Mezzogiorno e «banda larga»
Per dare una spinta all’economia reale sarà  centrale il pacchetto di misure al quale lavora il superministro dello Sviluppo delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado Passera. A gennaio si riunirà  il Cipe, Comitato interministeriale per la politica economica, con all’ordine del giorno le opere strategiche da riavviare. Si tratta di evitare che, secondo le norme attuali, vadano persi i finanziamenti per circa 7-8 miliardi di quelle infrastrutture che hanno avuto un primo stanziamento nel 2008 ma che non sono mai partite. Tra queste ci sono la galleria ferroviaria del Brennero, la linea M4 della metropolitana di Milano, il metrò di Bologna, parte della linea 4 di Torino, la linea 6 di Napoli e alcune bretelle autostradali. Passera e il ministro della Coesione Fabrizio Barca stanno lavorando anche al rilancio della «banda larga», cioè delle infrastrutture per la connessione veloce a internet, partendo dal Sud dove queste sono più carenti. 
Il macigno del debito
Monti non si è nascosto che, nonostante gli sforzi, lo spread, cioè il maggior rendimento che si deve garantire sui titoli del debito pubblico italiano rispetto a quelli tedeschi rimane molto alto, intorno a 500 punti, ma si è detto ottimista. Non c’è solo il fatto che ieri i Bot sono stati collocati con un rendimento dimezzato rispetto all’ultima asta, ma prosegue l’azione per indurre gli italiani, a partire dai piccoli risparmiatori, a comprare i titoli di Stato, per tenere il debito in casa ed essere meno esposti alla speculazione internazionale. Verrà  infatti emesso un nuovo titolo sul mercato telematico, a commissioni molto basse e dal taglio minimo di mille euro, rivolto ai risparmiatori singoli. Il ministro Passera, inoltre, non rinuncia all’idea di pagare i fornitori della pubblica amministrazione, che vantano crediti per circa 70 miliardi, anche attraverso titoli di Stato. Ma bisogna trovare modalità  opportune, che evitino di gonfiare lo stesso debito pubblico. A tal fine è in corso un confronto con Bruxelles. Centrale sarà  anche la revisione di tutti i capitoli della spesa pubblica.
Pensioni e mercato del lavoro
In consiglio dei ministri è emersa l’esigenza di risolvere alcuni problemi nati dopo l’approvazione della riforma delle pensioni. In particolare ci sono decine di migliaia di lavoratori che si sono dimessi o sono stati licenziati fuori da accordi sindacali, che erano vicini alla pensione prima della riforma Fornero e che ora invece dovrebbero aspettare diversi anni senza stipendio e senza pensione. Su questo batte ogni giorno il Pd. Il governo ha anche confermato che aprirà  la trattativa con le parti sociali sul mercato del lavoro. Si partirà  dagli ammortizzatori sociali. Monti e Fornero ne hanno parlato in consiglio dei ministri e al premier che le chiedeva se fosse pronta ad affrontare anche questa partita la titolare del Lavoro ha risposto di sì.


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